Giustizia, Orlando: “A breve riforma per processi civili arretrati”
“E’ ancora abnorme la domanda di giustizia nel settore civile, con cinque milioni di processi in primo grado e 400mila in appello: numero di fronte a cui nessun sistema potrebbe reggere. Quella della giustizia civile è un’emergenza non più dilazionabile e va affrontata seguendo il metodo di confronto e condivisione con i soggetti interessati, anche se il momento della decisione finale non deve diventare ostaggio di pressioni corporative”, così il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, nel corso della sua audizione alla Commissione Giustizia del Senato. “Il decreto in arrivo – spiega il Guardasigilli – mira a favorire il ricorso alla via stragiudiziale per la soluzione delle controversie, attraverso procedure arbitrali e la negoziazione assistita da un avvocato, mutuata dall’esperienza francese, per un accordo conciliativo che eviti il giudizio”.
Riferendosi alla questione carceri e in particolar modo alla sentenza della Corte di Strasburgo, il ministro ha sottolineato che “servirà un correttivo normativo: mi riferisco al rimedio compensativo, che è stato banalizzato come un risarcimento. Strasburgo ci dice che serve un filtro per evitare l’impatto dei ricorsi sulla Corte. Per chi è ancora in stato di detenzione si può pensare a uno sconto di pena. Per chi ha già scontato la pena non resta che il rimedio compensativo: si tratta di vedere quale sia la strada più idonea. In assenza di un rimedio interno, è diritto dei cittadini adire alla Corte ed è stato calcolato che il risarcimento medio sia di 13 mila euro a persona”.