L’Unione europea alla prova del voto
Olanda e Regno Unito hanno dato il via giovedì 22 maggio alle elezioni europee 2014. Sono chiamati al voto circa 400 milioni di cittadini per decidere “la guida” dell’Unione europea per i prossimi cinque anni. Quella di quest’anno, la prima tornata elettorale dal Trattato di Lisbona, è considerata molto importante perché attraverso il voto del Parlamento europeo gli elettori assumeranno un “peso” sulla scelta del futuro presidente della Commissione europea.
“Una delle principali novità introdotte dal trattato consiste nel fatto che, quando gli Stati Membri dell’UE nomineranno il candidato a presidente della Commissione europea, che succederà a José Manuel Barroso nell’autunno 2014, per la prima volta dovranno tenere conto dei risultati delle elezioni europee. Il nuovo Parlamento dovrà poi, riprendendo le parole del trattato, “eleggere” il presidente della Commissione. Ciò significa che gli elettori avranno voce in capitolo su chi subentrerà alla guida dell’esecutivo dell’Ue”, spiega infatti il sito elections20014.eu.
Motivi per non sottovalutare l’importanza di questo impegno ce ne sono. L’Italia, come del resto l’Europa intera, dal 2008 sta attraversando un periodo di grave crisi economica. Il Parlamento e la Commissione europei ovvero, rispettivamente, potere legislativo ed esecutivo dell’Unione, compioni scelte che un impatto immediato sui Paesi membri, e quindi sull’Italia (basti pensare al recepimento delle direttive comunitarie e le successive procedure d’infrazione in caso di mancato adempimento).
I 751 parlamentari che compongono il PE sono suddivisi in 13 gruppi: Ppe (Partito popolare europeo), Pse (Partito socialista europeo), Alde (Alleanza dei democratici e dei liberali), Greens (i Verdi), Aecr (Alleanza dei riformisti e dei conservatori), EuropeanLeft (Partito sinistra europea), Meld (Movimento europeo libertà e democrazia), Pde (Partito democratico europeo), Efa (Alleanza ibera europea), Eaf (Alleanza europea per la libertà), Aemn (Alleanza europea dei movimenti nazionali), Ecpm (Movimento politico cristiano europeo) e Eud (Democratici dell’Ue). Di questi solo cinque hanno presentato candidati per la Commissione: il Ppe, con Jean-Claude Juncker; il Pse, con Martin Schulz; l’Alde, con Guy Verhofstadt; i Green, con Ska Keller e José Bové (la scelta di due candidati è per garantire la parità di genere); l’EuropeanLeft, con Alexis Tripras.
Dopo Olanda e Gran Bretagna, il 23 maggio si vota in Irlanda e Repubblica Ceca, sabato in Lituania e Slovacchia, mentre domenica sarà la volta degli altri Paesi dell’Unione, Italia compresa. Si vota dalle 7 alle 23. Per l’Italia i principali partiti in corsa sono Pd, Forza Italia, Nuovo Centrodestra, Movimento 5 Stelle, Fratelli d’Italia, Lega Nord, Scelta Europea e l’Altra Europa con Tsipras.
Inoltre, in Italia, si svolgeranno anche le elezioni amministrative che vedranno recarsi alle urne i cittadini di 4087 comuni (gli undici comuni del Trentino Alto Adige sono andati al voto il 4 maggio). Come spiega il ministero dell’Interno “i comuni interessati alle consultazioni elettorali del 25 maggio prossimo relative alla elezione del sindaco e del consiglio comunale sono 3901 nelle regioni a statuto ordinario, 131 in Friuli Venezia Giulia, 37 in Sicilia e 18 in Sardegna. I comuni capoluoghi di provincia chiamati ad eleggere il sindaco e il consiglio comunale sono: Biella, Verbania, Vercelli, Bergamo, Cremona, Pavia, Padova, Ferrara, Forlì, Modena, Reggio Emilia, Firenze, Livorno, Prato, Perugia, Terni, Ascoli Piceno, Pesaro, Pescara, Teramo, Campobasso, Bari, Foggia, Potenza, Caltanissetta, Sassari, Tortolì. Si vota anche in Piemonte e Abruzzo per l’elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta regionale”.