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In diminuzione la pressione fiscale

crisi economicaNel primo trimestre dell’anno la pressione fiscale è stata pari al 38,5%, una percentuale inferiore di 0,3 punti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’Istat, che ha diffuso i dati trimestrali, spiega però che nel periodo di riferimento un calo è da ritenersi fisiologico, ma si tratta pur sempre della terza diminuzione consecutiva. Nel primo trimestre 2014, inoltre, le entrate totali sono cresciute dello 0,4%: la loro incidenza sul Pil è stata pari al 42,0%, in diminuzione rispetto al 42,2% del corrispondente trimestre del 2013. Le entrate correnti hanno registrato rispetto al primo trimestre del 2013 un incremento dello 0,3%. Tale andamento riflette aumenti del 3,2% delle imposte indirette, trainate dalla dinamica dell’Iva, e del 4,9% delle altre entrate correnti, combinati con riduzioni del 2,0% delle imposte dirette e del 2,2% dei contributi sociali.

Migliora il rapporto deficit/Pil
Nel primo trimestre 2014 l’indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche è stato pari al 6,6% del Prodotto interno lordo (Pil). Nel corrispondente trimestre dell’anno precedente era stato pari al 7,3%. Il saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi) nel primo trimestre è risultato negativo e pari a 8.140 milioni di euro (era stato -9.948 milioni di euro nel corrispondente trimestre del 2013). Il rapporto saldo primario/Pil è risultato pari a -2,2%, in miglioramento di 0,5 punti percentuale rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.
Nel medesimo arco temporale, il saldo corrente (risparmio) è risultato negativo per 17.684 milioni di euro, in miglioramento rispetto ai -18.815 milioni di euro registrati nel corrispondente trimestre dell’anno precedente. L’incidenza sul Pil è passata da -5,0% del primo trimestre del 2013 a -4,7%. Le uscite totali sono diminuite dell’1,0% rispetto al corrispondente trimestre del 2013. Il loro valore in rapporto al Pil è diminuito in termini tendenziali di 0,9 punti percentuali (48,6% contro 49,5%).
Le uscite correnti hanno registrato una diminuzione tendenziale dello 0,3%. Alle riduzioni dell’1,3% dei redditi da lavoro dipendente e del 3,6% gli interessi passivi, si sono contrapposte crescite dello 0,7% delle prestazioni sociali in denaro e dello 0,2% delle altre uscite correnti; i consumi intermedi sono rimasti invariati.
Le uscite in conto capitale sono diminuite, in termini tendenziali, del 13,8%, pur in presenza di un aumento degli investimenti fissi lordi (+5,7%), a causa della marcata caduta delle altre uscite in conto capitale.

(fonte: Istat)

 

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