Nuove strategie per l’editoria (anche online)
La crisi dell’editoria deve imporre una nuova riflessione riguardo il mondo dell’informazione. Alcune certezze, o almeno quelle che avremmo ritenuto tali fino a poco tempo fa, cominciano a vacillare. Per chiarire subito: non basta essere online per garantire un futuro o comunque una nuova vita alle testate, recenti o storiche che siano. Il caso Linkiesta di cui si è parlato in questi giorni è a suo modo emblematico. La presenza online è sì essenziale, ma a patto che si riesca a coniugare con le tecnologie più in voga. Perché, dati Audiweb alla mano, si potrebbe azzardare che il consumo di internet passi più per il mobile che non per il classico pc. Cambiano usi e costumi, abitudini e comportamenti non solo per quanto riguarda i consumi (qui c’entra soprattutto la crisi e la propensione al risparmio), bensì la fruizione della mole di informazioni che viaggia online. Si tratta di una concezione del tutto innovativa, per cui – come fatto notare – nuovi competitor di ultima generazione insediano a maggior ragione i colossi dell’informazione italiana (Repubblica, Corriere, eccetera).
Una delle ragioni di tale mutamento, una delle tante, risiede anche nel maggiore utilizzo dei social network direttamente da smartphone (nell’infografica quelli più usati), strumenti di aggregazione per il flusso di informazioni. Questo richiede maggiori e rinnovate competenze, un lavoro di pari passo che coinvolga giornalisti ed esperti di social media. Non è la panacea di tutti i mali: troppo semplicistico. Ma è certo che così com’è, anche il mercato dell’editoria online necessita di una evidente rinfrescata.