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Cosa succede in Medio Oriente/2

di Mirko Spadoni

Israele ha cambiato strategia. Dopo aver neutralizzato un tentativo di raid da parte di 13 militanti di Hamas che, servendosi di un tunnel, hanno cercato nella mattinata di giovedì di infiltrarsi sul territorio israeliano, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha autorizzato l’incursione terrestre della Striscia di Gaza.
Fallite due tregue, la seconda delle quali durata soltanto 5 ore (dalle 9 alle 14 ore italiana di giovedì 17 luglio), l’operazione Protective Edge (letteralmente: margine protettivo) – iniziata ormai da 11 giorni, durante i quali molti sono stati secondo quanto riferito dal New York Times i razzi lanciati dalla Striscia di Gaza (1.279) e diversi gli obiettivi colpiti dall’esercito israeliano (1.779) – prosegue con l’occupazione del territorio palestinese e con obiettivi precisi.

Israele invade la Striscia di Gaza, gli obiettivi
“Gli obiettivi – ha spiegato il premier israeliano nella serata di giovedì – sono i tunnel che collegano Gaza e Israele e che permettono il passaggio di armi e terroristi”. Invadendo la Striscia di Gaza, Israele cercherà anche di dividere in due il territorio per isolare i “terroristi” e neutralizzarli. Eppure c’è chi ha sollevato comunque qualche dubbio sulla legittimità dell’invasione: “Israele – commenta il quotidiano Haaretz – si vanta del fatto che a differenza di Hamas, che commette crimini di guerra sparando alla popolazione civile, non colpisce deliberatamente obiettivi civili o bambini. Ma il numero delle persone uccise fino a questo momento, così come gli obiettivi degli attacchi – alcuni dei quali diretti chiaramente contro i civili – fanno crescere il sospetto che nell’operazione militare in atto l’esercito israeliano stia violando le convenzioni internazionali e il diritto di guerra”.

Netanyahu: “Le operazioni non si concluderanno a breve”
“Stiamo continuando ora con l’operazione di terra per colpire la rete delle infrastrutture di Hamas, ovvero tunnel e nascondigli, in molte zone. Stiamo utilizzando fanteria, corpi corazzati, del genio, artiglieria e intelligence insieme al sostegno dell’Aeronautica e della Marina”, ha spiegato invece il tenente colonnello e portavoce dell’esercito israeliano, Peter Lerner. Nella notte, l’esercito ha colpito oltre 100 “siti del terrore”, circa 9 tunnel e oltre 20 lanciatori di razzi. Diverse però sono state le vittime dall’inizio dell’invasione via terra: almeno 24 palestinesi – di cui tre minorenni – sono rimasti uccisi, facendo salire a 265 il numero totale dei morti palestinesi (di cui il 75% civili, secondo l’ONU). Decisamente inferiori le perdite tra gli israeliani: un soldato, ucciso nelle ore immediatamente successive all’inizio dell’invasione della Striscia di Gaza, e un civile ucciso martedì 15 luglio al valico di Erez.
Nonostante le polemiche e le vittime, le operazioni non sono destinate a concludersi a breve (“Le istruzioni all’esercito – ha spiegato Netanyahu – sono di prepararsi per un significativo ampliamento dell’operazione di terra”) così come appare inevitabile una reazione da parte della Brigate Ezzedin al-Qassam, il braccio armato di Hamas, che dopo l’inizio dell’invasione hanno replicato: “Aspettavamo con ansia questa operazione di terra per impartire una lezione ad Israele”.

 

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