Cisl: “Nel 2014 i lavoratori a rischio di perdita di lavoro sono 136.616”
“Basta con le chiacchiere e le ricette fumose. Senza l’impegno di tutti non si va da nessuna parte. Purtroppo siamo ancora ben lontani dall’uscita della crisi economica e sociale. Non possiamo continuare a perdere centinaia di migliaia di posti di lavoro senza che ci sia un impegno straordinario di tutti. La via di uscita per un’Italia bloccata e in ripiegamento, con divari sociali crescenti, non può essere affidata ai soli margini di flessibilità che l’Unione Europea può concederci, necessari ma non risolutivi dei nostri nodi strutturali”. E’ quanto sottolinea il Segretario Generale della Cisl, Raffaele Bonanni dai microfoni di Labor Tv, la web TV della Cisl commentando l’XI Rapporto Industria della Cisl dal quale emerge che nel corso del 2014 i lavoratori a rischio di perdita di lavoro è di 136.616 unità, in aumento di 13.486 unità rispetto alle previsioni del 2013.
“Il Rapporto Industria e mercato del Lavoro della Cisl – sottolinea Bonanni – propone una via alla crescita, da affrontare attraverso il confronto e la collaborazione di tutti i soggetti responsabili che devono assumere impegni reciproci di carattere politico, imprenditoriale e sindacale. Questo è quello che chiediamo al Governo Renzi. Per crescere, occorre pensare all’oggi ed al medio periodo, per il quale occorre rivitalizzare la domanda interna, per i consumi e soprattutto per gli investimenti, drammaticamente crollati negli ultimi anni. Per crescere, dobbiamo costruire un Progetto “Italia 2020″, orientato allo sviluppo e alla domanda d’innovazione dei territori, alla qualità della vita e dell’ambiente, alla progettualità, alle reti d’investimento private e pubbliche, all’energia e alle infrastrutture. Occorre soprattutto disporre di progetti d’investimento territoriali validi e remunerativi, sostenuti da buone capacità imprenditoriali e da nuovi canali finanziari, a partire da una potenziata Cassa Depositi e Prestiti, che mobilitino il risparmio nazionale e attraggano investitori dall’estero. Dobbiamo anche avere la forza – conclude Bonanni – di trasformare la capacità di governance delle amministrazioni nazionali e territoriali, che oggi, per lentezza e mancanza di coordinamento, è un freno alla crescita”.
(fonte: Cisl)