La ripresa che c’è, ma non si vede
Alla fine abbiamo speso tante parole sulla luce in fondo al tunnel per poco, se non per nulla. Perché a leggere i giudizi del Centro Studi di Confindustria la ripresa in Italia non si è neppure affacciata. Nel complesso in Europa qualche spiraglio positivo si è visto, negli Stati Uniti molto di più, ma in Italia…
Al cospetto di un 2014 ormai stagnante, lo sguardo va rivolto direttamente all’anno successivo. Basta poco per comprendere lo stato di salute dell’economia italiana. La spesa delle famiglie, afferma Confindustria, nel secondo trimestre, è risultata “fiacca” dopo il +0,1% rilevato nel primo trimestre. Sono anche calate le immatricolazioni auto (-2% congiunturale, dal +4,2% nel primo trimestre). C’è da dire che la fiducia dei consumatori è cresciuta nel trimestre e il tasso di disoccupazione, restando pur sempre molto alto, se non altro appare stabile a distanza di alcuni mesi. Avverte però il Centro Studi della Confindustria che la “ripartenza degli occupati, tuttavia, sarà frenata dall’utilizzo ancora alto della Cig e dai processi di ristrutturazione ancora in atto”. Il numero di persone occupate in Italia è rimasto grosso modo il medesimo nei primi due mesi dell’anno per poi variare nei tre successivi (+91mila unità a marzo, -87mila ad aprile e +52mila a maggio). Il tasso di disoccupazione, appunto, a maggio si è attestato al 12,6%, cioè sui livelli di settembre dello scorso anno quando era al 12,5%.
Nel confronto con le altre economie, Confindustria elogia le misure intraprese oltreoceano: “Grazie alla corretta sequenza e al pragmatismo delle politiche, l’economia Usa si è instradata su un sentiero di solida espansione ed è ben oltre i picchi pre-crisi”. Peccato che nel frattempo a smorzare gli entusiasmi, almeno un po’, ci abbia pensato il Fondo monetario internazionale che ha tagliato le stime di crescita per gli Stati Uniti. Il Pil americano crescerà nel 2014 di un “deludente” 1,7% a fronte del +2,8% stimato in aprile e poi rivisto al ribasso al 2% in giugno. La crescita per il 2015 del 3% è confermata. Il tasso di disoccupazione si attesterà quest’anno al 6,4%, per poi scendere al 6% nel 2015.