In calo potere d’acquisto delle famiglie
Il reddito disponibile, come anche il potere d’acquisto e la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici, è sceso nel secondo trimestre. E’ quanto spiega l’Istat aggiungendo che rispetto al trimestre precedente il calo che ha interessato il reddito delle famiglie è stato dell’1,4% e dell’1,1% rispetto al medesimo periodo del 2013.
Di 1,4 punti percentuali è stata anche la contrazione del potere d’acquisto rispetto al trimestre precedente, mentre rispetto allo scorso anno il dato è arretrato di 1,5 punti. Nel primo trimestre la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici si è attestata all’8,3%, in calo anch’essa dell’1,4% sul trimestre precedente e dell’1,8% rispetto al primo trimestre del 2013. L’unico andamento, lievemente, positivo è quello registrato dalla spesa per i consumi finali che nel periodo preso in considerazione è salita dello 0,8%.
Nei secondi tre mesi dell’anno il tasso di investimento delle famiglie consumatrici, inteso come il risultato del rapporto tra l’acquisto di abitazioni e il reddito disponibile lordo, si è mostrato invariato rispetto al periodo precedente, al 6,2%. Tuttavia è stato registrato un calo del 0,1% confrontando il dato con lo stesso periodo del 2013. Sono invece scesi dell’1,3% rispetto al primo trimestre e del 3,1% rispetto all’anno scorso gli investimenti fissi lordi delle famiglie consumatrici.
Le società non finanziarie
La quota di profitto delle società non finanziarie, ovvero il rapporto tra il risultato lordo di gestione e il valore lordo aggiunto ai prezzi base, è stato pari al 40% nel secondo trimestre, mostrando un calo dello 0,4% rispetto al primo periodo dell’anno. Vista la stabilità del valore aggiunto ai prezzi basi, mosso appena del -0,1% tra i due trimestri, il calo è imputabile al crollo di un punto percentuale del risultato lordo di gestione. Rispetto all’anno precedente il valore aggiunto è cresciuto sì dello 0,9%, ma si è anche contratto dell’1,6% il risultato lordo di gestione comportando così un -1,1% della quota di profitto.
Il tasso di investimento delle società non finanziarie è sceso dello 0,7% rispetto allo scorso anno, attestandosi al 20,4%. Flessione dello 0,9% rispetto al trimestre precedente e del 2,4% rispetto al 2013 gli investimenti fissi lordi.