Il bonus per le neo mamme
Dopo gli 80 euro inseriti nella busta paga dei lavoratori con reddito inferiore ai 25 mila euro, il premier Renzi ha annunciato un altro bonus, questa volta indirizzato alle madri con figli fino ai tre anni. Ospite degli studi di Canale Cinque per il Domenica Live di Barbara D’Urso il presidente del Consiglio ha spiegato che i 500 milioni destinati alla famiglia di cui si parla nella legge di Stabilità 2015 verranno quasi interamente erogati sotto forma di sostegno ai nuclei famigliari con figli fino ai tre anni e con reddito inferiore ai 90 mila euro. Una misura che da un lato potrebbe dare un lieve contributo al rilancio dei consumi, e dall’altro provare a creare presupposti che nel lungo periodo aiutino a incentivare le nascite altrimenti in calo dal 2008.
Nel 2013 in Italia sono nati 514 mila bambini (il 20% da madri straniere) contro i 576.659 del 2008. Solo tra lo scorso anno e il precedente la media di figli per donna è scesa a 1,39 dall’1,42 del 2012. Attraverso una ricerca, il Censis ha rilevato che secondo la maggior parte degli italiani il crollo delle nascite è legato alla perdurante crisi economica. Tanto che il 71% degli intervistati chiede sgravi fiscali e aiuti diretti per il sostentamento. Ben il 67% chiede invece il potenziamento degli asili nido mentre il 56% pensa che sarebbe utile un aiuto economico per sostenere i costi dell’educazione scolastica. In Italia, infatti, il costo medio mensile degli asili nido comunali, per le famiglie con un reddito annuo di 44.200 euro, è di 302 euro al mese per un totale annuo (per dieci mesi di utilizzo del servizio) di oltre tremila euro.
L’elevato costo dei servizi per l’infanzia, e talvolta anche la mancanza di essi, fanno sì che risulti sempre più difficile per le donne conciliare lavoro e famiglia, tanto che nella maggior parte dei casi si trovano a dover rinunciare ad una delle due. Un rapporto di Save the Children, intitolato Mamme nella crisi, metteva in evidenza come siano strettamente legati il numero dei figli il tasso di occupazione delle madri: nel 2010, spiega l’Onlus, il tasso di occupazione per le donne senza figli era del 50,6%. Quello delle donne con un figlio era del 45,5% e continuava scendere con l0’aumentare del numero dei figli. Era del 3,9% per le madri con due figli e del 31,3% per le madri di tre io più figli. Solo tra il 2008 ed il 2009, soprattutto a causa della pratica illegale dei licenziamenti in bianco, ben 800 mila donne sono state licenziate a seguito di una gravidanza (l’8,7% dei licenziamenti totali, oltre il quadruplo rispetto al 2% del 2004).
Se da un lato la difficoltà nel conciliare lavoro e figli ha portato le donne ha sacrificare la famiglia scegliendo il lavoro, nel caso opposto ha quindi portato ad un impoverimento delle famiglie con un conseguente innalzamento del tasso di povertà infantile, un dato che secondo Cittadinanzattiva si attesta oggi al 15%.