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La partecipazione politica in Italia

1024px-Palazzo_Montecitorio_Rom_2009Nel 2013, il 10,8% della popolazione di 14 anni e più (circa 5 milioni e 700 mila persone) hanno manifestato il proprio impegno politico partecipando a comizi (il 6,7%) o cortei (il 4,5%), sostenendo finanziariamente un partito (il 2,6%) oppure svolgendo attività gratuite per un partito (1,1%). Questo è quanto emerge dalla rilevazione ISTAT (La partecipazione politica in Italia) diffusa giovedì 30 ottobre.
Ma c’è anche chi – seppure “in maniera invisibile” e limitandosi a parlarne o a informarsi – partecipa comunque alla vita politica del Paese (l’80,2% della popolazione over 14 ovvero oltre 42 milioni di persone). Molti altri sono quelli che invece preferiscono farne a meno: il 27,4% degli italiani con più di 14 anni ha ammesso di non parlare mai di politica mentre il 21,4% ha dichiarato di non informarsi mai.
Nonostante l’emorragia di elettori (l’affluenza alle ultime elezioni politiche del 2013 è stata del 75% ovvero l’8,6% in meno rispetto alle votazioni del 2006) e la disaffezione crescente (il 36,1% degli italiani ha dichiarato di non riconoscersi in nessuna area politica, secondo il Rapporto Italia 2014 dell’Eurispes), la politica rappresenta un argomento di discussione e di interesse per molti dei nostri connazionali. Nello specifico, il 48,9% della popolazione con più di 14 anni ha dichiarato di parlarne almeno una volta a settimana (+ 9,5% rispetto al 2009). Solo il 15,4% lo fa quotidianamente.
Tanti sono invece gli italiani che seguono, informandosi, gli avvenimenti politici: il 64,3% delle persone di con più di 14 anni ha ammesso di farlo almeno una volta a settimana (+3,6% rispetto al 2009). Il 37,7% riesce a farlo quotidianamente. Chi segue la politica nostrana preferisce farlo servendosi della televisione, che – nonostante un lieve calo – viene utilizzata dal 91,8% (-1,7% rispetto al 2009). Il 42,3% preferisce invece i quotidiani ovvero il 7,6% in meno rispetto all’ultima rilevazione. Un calo che trova conferma nelle vendite dei giornali nostrani (sempre meno consistenti) e nei dati ISTAT (Lettori di quotidiani), secondo cui nel 2013 le persone di sei anni e più che hanno letto quotidiani almeno una volta a settimana sono state 49. Nel 2009 erano state 56. Molti altri hanno ammesso di preferire la radio (il 32,9%) o le riviste settimanali (il 10,5%). I media non rappresentano tuttavia l’unico mezzo per informarsi, secondo gli italiani. Il 30,3% ha dichiarato di farlo attraverso le discussioni e il confronto con gli amici (+5,4% rispetto al 2009) o con i parenti (il 24,5%), colleghi di lavoro (il 15,4%) e conoscenti (il 14,1%). Solo il 2,3% ricorre a organizzazioni politiche o sindacali.

 

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