Il settore alberghiero in affanno
Il 2014 è stato un altro anno poco rassicurante per il settore del turismo. Nei numeri raccolti dalla Federazione degli alberghieri (Federalberghi), si confermano sì la crescita delle visite da parte degli stranieri e una lieve ripresa delle presenze negli alberghi da parte degli italiani, ma i dati su fatturato e occupazione sono ancora una volta in calo, confermando un trend che va ormai avanti dal 2008.
Nel corso dell’anno appena terminato la presenza di stranieri nelle strutture italiane è aumentata dell’1,5% portando ad una crescita, tra 2011 e 2014, del 6,8%. Il confronto rimane però impietoso per quanto riguarda la domanda interna: nel corso dei tre anni presi in considerazione, nonostante il timido +0,6% registrato nel 2014 sull’anno precedente, la presenza dei nostri connazionali negli alberghi è scesa del 7,65%. In generale le presenze sono cresciute dell’1,1%.
Guardando i dati si può notare che, mentre la presenza di stranieri ha riscontrato segni “meno” solo a marzo (-2,1%), maggio (-1,7%) e a luglio (-1,5%), quella degli italiani è scesa sette mesi su dodici: a gennaio ha riportato un -0,6%, a febbraio un -4,3% e un -0,3% a marzo. Mentre ad aprile e maggio si è rilevato un +7,7% e un +7,1% (i due mesi migliori dell’anno per la domanda interna), a giugno il dato si è presentato in calo dello 0,3%, ad agosto dell’1,4%, a settembre dello 0,9% e a novembre del 5,4%. Grazie al +7,7% degli italiani e al +11,6% degli stranieri le presenze totali di aprile si sono presentate in crescita del 9,7% designando il mese come il migliore dell’anno.
Riguardo al fatturato delle strutture, Federalberghi ha confermato le stime dell’Istat che, per il periodo che va da gennaio a settembre 2014, aveva indicato una flessione dello 0,2%, dettata soprattutto dal -2,7% registrato nel terzo trimestre (luglio, agosto, settembre).
Il numero di occupati nel settore alberghiero è sceso dell’1,7% rispetto al 2013 (quando il calo sul 2012 fu del 4%). In particolare gli occupati a tempo indeterminato sono scesi del 3,2% (contro il -4% del 2013), mentre quelli con contratto a tempo determinato sono scesi dello 0,2% (-3,2% nel 2013).
Nell’arco dei dodici mesi i primi sono sempre diminuiti: da gennaio a dicembre i dati mostrano sempre segni “meno” con un picco del -5,3% a settembre. Al contrario, quelli a tempo determinato, sono aumentati tra aprile e giugno e tra settembre e novembre. In questo caso il picco positivo si è verificato a novembre con un +4,1%, mentre il dato peggiore è stato registrato a marzo: -4,9%.
Visti i dati del 2014 alla filiera non resta che riporre le speranze nel 2015: l’anno dell’Expo. L’Esposizione universale, che si svolgerà a Milano da maggio a ottobre, già promette numeri strabilianti. Secondo le stime sono attesi oltre venti milioni di visitatori da tutto il mondo, per una spesa media di 96 euro al giorno per gli italiani e di 136 euro al giorno per gli stranieri (ai quali si aggiungono i 250 euro di spesa al giorno prevista per i congressisti).
La voce turismo e ristorazione, secondo la Camera di Commercio di Milano, avrà un impatto economico di circa 3,8 miliardi di euro (di cui 307 milioni solo nella fase di preparazione all’evento, 2,7 miliardi nella fase di svolgimento e oltre un miliardo nella fase successiva). Tra 2012 e 2020 (arco temporale preso in considerazione per le stime) l’Expo genererà in totale oltre 191 mila posti di lavoro, di cui oltre 39 mila (la fetta più grande) solo nel settore del turismo e della ristorazione.
(articolo pubblicato il 27 gennaio 2015 su Tgcom24)