Nel 2014 stop alla crescita di emissioni di CO2
Fino allo scorso anno sembrava impossibile non trovare una sorta di collegamento tra la crescita economica e un aumento del consumo energetico, con relativo innalzamento dell’anidride carbonica prodotto. Ora, con i dati dell’Iea (l’Agenzia internazionale dell’energia) sembra, almeno, possibile sostenere il contrario.
Stando alle analisi dell’agenzia, lo stallo della quantità di anidride carbonica rilevato nel 2014, per la prima volta in quarant’anni non è da attribuire ad una congiuntura economica negativa. Lo scorso anno, infatti, la produzione globale ha registrato una variazione positiva di 3,3 punti percentuali.
In particolare nel 2014 il mondo ha prodotto 32 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, di cui il 23,43% solo dalla Cina (primo in classifica nella classifica mondiale per la produzione di CO2). Il secondo gradino spetta invece agli Stati Uniti con il 14,6%, il terzo invece alla Russia con il 4,8%. Seguono, in ordine, il Brasile con il 4,1%, il Giappone con 3,6%, l’Indonesia con il 2,3%, la Germania con il 2,2%, la Sud Corea con l’1,7% e il Canada con l’1,5%. Più distaccata troviamo l’Italia con l’1,05%.
Ulteriori risultati, dopo quelli già raggiunti grazie anche ad una maggiore sensibilizzazione in campo ambientale, potranno essere raggiunti in futuro con l’accordo raggiunto tra Cina e Stati Uniti il 12 novembre scorso, che vede il Paese guidato da Barack Obama impegnato a ridurre entro il 2025 i gas serra di oltre il 25%. Xi Jimping, senza porre un obiettivo preciso, ha invece annunciato di voler limitare il proprio impatto sull’ambiente entro il 2030. Seppur senza stime finali lo scorso anno la Cina ha ridotto le proprie emissioni dello 0,8% e prevede un ulteriore -3,1% per il 2015.