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Le prime 20 economie nel 2030

di Mirko Spadoni

economiaIl Dipartimento dell’Agricoltura statunitense (Usda) ha cercato di dare una risposta ad una domanda difficile: quali saranno le prime venti economie del mondo nel 2030?
Secondo gli analisti dell’Usda, tra quindici anni gli Stati Uniti dovrebbero rimanere la prima potenza economica del mondo. Un primato che tuttavia, avverto gli analisti, sarà meno solido rispetto a quello attuale: nel 2030 l’economia statunitense dovrebbe valere il 20% di quella globale. Una percentuale inferiore rispetto a quella attuale (il 23%) e del 2006 (25%). Contemporaneamente il Prodotto interno lordo della Cina dovrebbe crescere ad un ritmo due volte superiore a quello odierno, consentendo a Pechino di recuperare così quasi del tutto il divario con gli Stati Uniti.
Quella cinese non sarà l’unica economia destinata a crescere a ritmi sostenuti: tra tutti i Paesi emergenti, infatti, l’India scalerà la classifica passando dall’attuale ottavo posto fino a raggiungere la terza posizione. A farne le spese saranno alcune tra le maggiori economie europee (Regno Unito, Francia, Germania), il Brasile e il Giappone che, nonostante una crescita economica meno consistente a quella odierna, resteranno tra le prime dieci posizioni in classifica. L’Italia dovrebbe passare invece dall’attuale nono posto all’undicesimo. Il futuro, avvertono comunque dal Dipartimento dell’Agricoltura statunitense, è pieno di incognite e le previsioni potrebbero per questo rivelarsi in parte errate.
Ma al di là delle sorprese che potrebbe riservare il futuro, c’è chi (si veda il Fondo monetario internazionale) prevede che nel prossimo quinquennio il potenziale di crescita globale rimarrà moderato, mantenendosi su livelli inferiori rispetto a quelli degli anni precedenti la crisi economica. Molti sono i fattori che influiscono (negativamente) sulle prospettive di crescita mondiale, sostiene l’Fmi: gli scarsi investimenti, l’invecchiamento demografico, la scarsa crescita della produttività e il ridimensionamento dei tassi di crescita delle economie emergenti, ad esempio.
Tra il 2015 e il 2020 le economie emergenti passeranno così dal +6,5% tra il 2008 e il 2014 al +5,2% dei prossimi cinque anni. Mentre i Paesi avanzati dovrebbero crescere ad una media lievemente superiore a quella del passato recente (+1,6% contro il +1,3% del 2008-2014) ma al di sotto della media del periodo compreso tra il 2001 e il 2007 (+2,25%).

(articolo pubblicato il 15 aprile 2015 su Tgcom24)

 

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