Nuovi posti di lavoro e riduzione delle emissioni di Co2
Ogni anno vengono gettati nelle discariche di tutto il mondo tonnellate di rifiuti. Eppure, se adeguatamente riciclati, quest’ultimi genererebbero una ricchezza notevole e nuovi posti di lavoro.
Secondo l’Università delle Nazioni Unite, ad esempio, nel 2014 sono state gettate in discarica 41,8 milioni di tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici (Raee), come elettrodomestici, apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni, lampade, strumenti e giochi elettronici: in crescita rispetto alle 39,8 milioni di tonnellate dell’anno precedente. Stando ai dati contenuti nel report, soltanto un sesto dei rifiuti elettronici (i cosiddetti e-waste) viene riciclato adeguatamente, causando una perdita economica notevole. Nelle discariche vengono gettati oggetti contenenti metalli preziosi come il ferro, il rame e l’oro, ma che, se adeguatamente riciclati, produrrebbero una ricchezza quantificata dagli analisti dell’Onu in 52 miliardi di dollari.
Nella sola Europa, osserva l’Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), ci sarebbero potenzialità economiche per almeno un miliardo di euro dal recupero dei materiali preziosi. Sarebbe però necessario aumentare la percentuale di riciclo delle circa 10 milioni di tonnellate di Raee prodotte ogni anno, innalzandola dall’attuale 33 all’80%. Tuttavia quelli elettrici ed elettronici non sono gli unici rifiuti che, almeno potenzialmente e una volta riciclati, potrebbero consentire un guadagno.
Stando al WAS Report 2014 di Althesys, una società di consulenza strategica in campo ambientale, nel nostro Paese, il riciclo dei rifiuti urbani – inclusi acciaio, alluminio, carta, cartone, vetro, plastica, legno e i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche – ha permesso di evitare l’immissione nell’atmosfera di 9,1 milioni di tonnellate di CO2 nel 2013. A beneficiarne non è stato solo l’ambiente, sostiene il rapporto: il risparmio, calcolato sul costo delle emissioni di gas serra ai prezzi attuali del mercato europeo delle emissioni (Ets), ha raggiunto i 56 milioni di euro. Si tratta di un buon risultato nonostante la quota di rifiuti riciclati in Italia sia lievemente inferiore rispetto alla media dell’Unione europea: il 38 contro il 42%, stando ai i più recenti dati dell’Eurostat.
Eppure, secondo Symbola e Kinexia, ridurre entro il 2020 di due terzi i rifiuti avviati in discarica (dal 38% al 12% del totale), raddoppiare la raccolta differenziata (dal 43% all’82%), tagliare il rifiuto urbano residuo indifferenziato ad un terzo (dal 57% al 18%) e ridurre l’incenerimento (dal 17% al 7%) avrebbe un impatto positivo sull’ambiente, con 19 milioni di tonnellate di CO2 in meno immesse nell’atmosfera, e sul fronte occupazionale.
Complice una crescita consistente nei settori a più alta intensità di lavoro (specie nella raccolta e nella preparazione), nel ciclo di gestione dei rifiuti verrebbero generati circa 22 mila nuovi posti di lavoro (+37%). Nel settore del riutilizzo i nuovi occupati sarebbero 15 mila, mentre lo sviluppo del riciclo determinerebbe un aumento di 12 mila occupati rispetto ad oggi. A trarne beneficio sarebbero anche i cittadini: centrare gli obiettivi posti da Symbola e Kinexia consentirebbe una riduzione di circa il 20% del costo di gestione dei rifiuti urbani.
(articolo pubblicato il 22 aprile 2015 su Tgcom24)