Il giro d’affari delle ecomafie
“Inquinamenti e attività criminali connesse allo sfruttamento illecito del territorio, al traffico illegale dei rifiuti, all’abusivismo e alla corruzione… sono queste le attività principali delle mafie. Dobbiamo stroncarle. E sono sicuro che ci riusciremo. Batteremo le mafie e le cancelleremo dalla nostra Italia”, è il pensiero espresso dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, in occasione della pubblicazione del XXXII Rapporto Ecomafia.
Uno studio dal quale emergono dati ancora una volta allarmanti: il giro d’affari delle ecomafie, infatti, continua a crescere.
In particolare Legambiente ha rilevato che nel 2014 il fatturato derivante da attività illecite legate all’ambiente e al territorio ha toccato i 22 miliardi di euro, riportando un incremento di sette miliardi rispetto al 2013.
In particolare, i reati accertati grazie all’attività di controllo e contrasto alle ecomafie sono stati 29.239: circa 80 al giorno o, se vogliamo, quattro ogni ora. Un netto aumento, pari al 26%, è stato riscontrato per i reati legati al settore dei rifiuti e importante, anche se più contenuto, è stato quello dei reati legati al settore del cemento (+4,3%).
Notevoli anche i numeri dei reati in ambito agroalimentare: sono stati 7.985 gli illeciti scoperti nel corso dei dodici mesi scorsi, per un totale di 4,3 miliardi di euro, quasi un quarto del giro d’affari totale. Senza contare poi il racket degli animali che ha riguardato 7.846 reati.
Oltre la metà dei reati registrati ha riguardato le quattro regioni con la più alta presenza di mafie: la Puglia, la Sicilia, la Calabria e la Campania. Solo in queste quattro regioni sono scattate 12.732 denunce, 5.127 sequestri e ben 71 arresti. E’ la Puglia, nell’ultima edizione del Rapporto, a indossare la maglia nera per il numero di infrazioni ambientali. Legambiente ne ha registrate 4.499, il 15% di tutte quelle accertate a livello nazionale. Le denunce nella regione meridionale sono state 4.159 mentre 2.469 sono stati i sequestri. Stupisce però il fatto che le manette siano scattate ai polsi di sole cinque persone.