I rapporti commerciali tra Italia e Russia
La Russia, dopo lo shock economico e finanziario causato dalla crisi in Ucraina, a cui sono seguiti la fuga dei capitali, il deprezzamento del Rublo e il crollo del prezzo del petrolio, potrebbe tornare a crescere a breve (non prima del 2016 comunque). Un’ottima notizia anche per il nostro Paese che ritroverebbe così un partner commerciale fondamentale per le esportazioni di prodotti Made in Italy.
Come evidenzia il Centro Studi Confindustria, in un report dedicato alla “Tempesta perfetta” che ha investito il Paese, la serie di sanzioni imposte dall’Occidente, il conseguente embargo di Mosca e il deprezzamento della moneta di Stato (salita a 97 rubli per euro, dai 45 di gennaio 2014) hanno comportato un calo delle importazioni del Paese che si è riversato anche sui rapporti commerciali con l’Italia.
Mentre nel 2013, con una quota del 2,8% la Russia si classificava come ottavo partner commerciale per il nostro Paese, nel 2014 è, infatti, scivolata al decimo posto con una quota del 2,4%, rimanendo però la prima destinazione italiana tra i Paesi emergenti per prodotti di qualità. Alla vigilia dell’esplosione del conflitto in Ucraina, le esportazioni italiane nel Paese avevano raggiunto il massimo storico di 10,8 miliardi di euro. Nel 2014, invece, le esportazioni sono scese dell’11,6%, perdendo 1,25 miliardi di euro di valore, ed è sceso di 17 punti percentuali anche l’interscambio (-5,3 miliardi di euro).
Un crollo legato per lo più al -38% segnato dalle esportazioni di prodotti agroalimentari, al -16,4% di prodotti tessili e di abbigliamento e al -13,7% registrato dall’export di macchinari meccanici, mezzi di trasporto e apparecchi elettrici ed elettronici. Tipologie di prodotti che nell’insieme rappresentano comunque il 50% del totale delle nostre esportazioni nella Federazione.
Tuttavia, per la Russia, ha sottolineato lo stesso Vladimir Putin nel corso della sua visita all’Expò di Milano, l’Italia rimane il secondo partner commerciale in Europa (dopo la Germania) e il quarto a livello mondiale.
Tornando all’analisi di Confindustria, l’economia russa, che contribuisce per il 3,3% al Pil mondiale, potrebbe tornare a crescere già dal 2016. Certo, guardando i conti economici trimestrali e le stime per l’intero 2015 la ripresa sarà dura: nel primo trimestre di quest’anno il Pil della Federazione si è contratto di 2,2 punti percentuali (dopo il rallentamento già registrato a fine 2014), un calo comunque inferiore alle stime che indicavano un -4%. Per Confindustria si assisterà ad un ulteriore calo del 3,2% a fine 2015 e ad una risalita dello 0,4% a fine 2016.
(articolo pubblicato il 21 luglio 2015 su Tgcom24)