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Turismo e commercio: in crescita i fallimenti

imprese_chiuseLa buona notizia è che nel terzo trimestre de 2015 le dinamiche dei pagamenti nel commercio e nel turismo hanno riportato dei lievi miglioramenti rispetto allo scorso anno, la cattiva è che, mentre nel secondo trimestre il numero di fallimenti aveva riportato un calo tendenziale, nel terzo trimestre il Crif ha registrato un nuovo aumento.
Guardando le tabelle dell’Osservatorio Cribis D&B per Confesercenti si nota, infatti, come nel periodo aprile-giugno 2015 si sia verificato il primo calo tendenziale dal 2009, dai 789 fallimenti del secondo trimestre del 2014 ai 656 del medesimo periodo del 2015. Nel trimestre seguente, luglio-settembre, il dato ha però riportato nuovamente un aumento: dalle 502 procedure fallimentari del terzo trimestre del 2014 alle 530 di quest’anno.
Nonostante ciò, l’andamento dei primi nove mesi dell’anno mostra un calo dei fallimenti rispetto allo stesso periodo del 2014. Tra gennaio e settembre 2015 hanno, infatti, chiuso i battenti sette imprese del commercio e del turismo al giorno, per un totale di 1.864, contro i 1.934 fallimenti registrati nei primi nove mesi dello scorso anno.
Il dettaglio regionale mostra come la quota maggiore, sul totale dei fallimenti dei primi tre trimestri, sia detenuta dalla Lombardia, con 283 imprese fallite (il 15,1% del totale). Seguono il Lazio con 252 (il 13,5% del totale), la Campania con 2012 (11,4%), la Sicilia con 155 (8,3%) e la Toscana con 149 (8%).
Se si considera però l’incidenza delle imprese fallite sul totale delle imprese del commercio e del turismo, la Regione peggiore in questo senso è l’Umbria con 2,6 fallimenti ogni mille imprese, seguono la Lombardia con 2,1 e il Lazio con 2,1. Le migliori tre risultano essere invece il Molise (con 0,8 su mille), la Basilicata (con 1,06) e la Sardegna (con 1,15).
Appare invece migliore, come anticipato, la dinamica dei pagamenti. Per quanto riguarda le imprese del commercio che hanno saldato con un grave ritardo, quindi oltre i 30 giorni dalla data di scadenza, il dato ha riportato un -1,1% rispetto al secondo trimestre (dal 24,2% al 23,1%).
Andamento simile ha interessato anche le imprese del turismo. Tra il secondo e il terzo trimestre le aziende che hanno riportato ritardi gravi nei pagamenti sono scese dell’1% (dal 32,7% al 31,7%).

 

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