Cosa incide sulla scelta di un impiego?
Quotidianamente migliaia di italiani – nel nostro Paese il tasso di disoccupazione, che misura il rapporto tra chi cerca un impiego e la forza lavoro, è di poco inferiore al 13% – sono alla ricerca attiva di un’occupazione, la cui conclusione dipende da diversi fattori. Un sondaggio di LinkedIn, un servizio web impiegato principalmente per lo sviluppo di contatti professionali, che ha coinvolto 20 mila professionisti da tutto il mondo, ha rivelato quali sono i fattori che convincono il candidato ad accettare o meno una proposta lavorativa. Lo stipendio percepito, innanzitutto. Per il 54% del campione, infatti, la retribuzione “pesa” di più sia della possibilità di carriera professionale (38%) che dell’opportunità di un lavoro più stimolante (37%).
Difficile sorprendersi, però. Una ricerca di Executive Hunters, che ha provato a spiegare perché ogni anno 1,5 milioni di italiani cambiano volontariamente lavoro, ha individuato nello stipendio uno dei motivi principali: secondo lo studio, del resto, spostarsi da un’azienda all’altra genera un aumento medio del 10% nelle retribuzioni.
Interessante, poi, anche scoprire quali mezzi utilizzano le persone alla ricerca di un impiego. Il 63% degli intervistati da LinkedIn ha ammesso di servirsi di internet e dei siti di professional networking, per individuare delle opportunità lavorative.
Ma i disoccupati non sono gli unici a servirsi di internet. Secondo una ricerca commissionata da Google a Doxa, diffusa qualche mese fa, il 47% degli italiani utilizza i motori di ricerca per cambiare la propria posizione lavorativa attuale.
Gli italiani, che sono alla ricerca di un impiego, non rinunciano ad utilizzare anche degli strumenti più tradizionali. Stando ad uno studio condotto dall’agenzia per il lavoro Umana, sulla base dei dati dell’Osservatorio JobPricing, rivela che l’invio del Curriculum Vitae (o il contatto diretto con l’azienda) è stato il mezzo principale attraverso il quale il 53% del campione ha trovato il suo attuale impiego. Il 24% lo ha fatto attraverso familiari, amici, parenti; mentre percentuali consistenti si sono rivolte a canali tradizionali, come le società di ricerca del personale (18%) e i portali di lavoro (14%).