Fatturato in crescita per il settore tessile-moda
Stando ai risultati dell’Indagine Campionaria dello SMI, realizzata nel corso dei primi nove mesi del 2015, il settore Tessile-Moda in questa prima parte dell’anno sarebbe stato interessato da una moderata crescita. Tuttavia, dai dati emerge un rallentamento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Nel primo trimestre il fatturato del settore sarebbe, infatti, cresciuto dell’1,8% (risultato di un -0,2% del tessile e di un +3% dell’abbigliamento e moda), appunto in rallentamento rispetto al +3,4% dello stesso periodo dello scorso anno (quando il tessile registrò un +8,5% e l’abbigliamento moda un +0,7%).
In calo anche i risultati del secondo e del terzo trimestre. Nel periodo aprile-giugno 2015 il settore ha registrato un +2,4% (contro il +6,1% dello stesso quarter del 2014) mentre le stime relative al terzo trimestre indicano una crescita ancora più lieve: +0,3%.
Anche nel 2015 i buoni risultati sono maggiormente legati alle vendite verso l’estero. Per il secondo trimestre, quello che ha riportato i risultati più soddisfacenti in questo senso, i dati mostrano infatti una crescita del fatturato estero pari al 5,2% per le industrie del tessile e del 7,8% per quel dell’abbigliamento e moda. Bene anche il primo ed il terzo trimestre, ma in questo caso le performance hanno riportato aumenti di minore entità.
Per quanto riguarda invece il fatturato interno, l’andamento è stato più disomogeneo: mentre nel primo trimestre si è registrato un aumento per l’abbigliamento e moda (del 5,4%) ed un calo per il tessile (-1,5%), nel secondo i ruoli si sono invertiti. Tra aprile e giugno le aziende a valle (appunto quelle della moda e dell’abbigliamento) hanno, infatti, riportato una calo del fatturato del 2,1%, mentre quelle a monte (di conseguenza quelle del tessile) hanno registrato una crescita dell’1,4%.
Sulla base dei risultati del settore nei primi nove mesi dell’anno, il 77% delle aziende prevede che l’anno si chiuderà sostanzialmente in linea con il 2014. Il 20% si dice invece più ottimista confidando in un miglioramento, mentre il restante 3% è convinto che la situazione peggiorerà.