Economia illegale: in aumento il danno per le imprese
Soprattutto abbigliamento, calzature e pelletteria: in definitiva è un italiano su quattro ad avere acquistato almeno una volta nel corso del 2015 un prodotto o un servizio illegale. Un trend che, secondo le stime di Confcommercio-Imprese per l’Italia (in collaborazione con Format Research), risulta persino in crescita rispetto ad un anno fa.
Nello specifico il rialzo è dell’11,3% per quanto riguarda l’abbigliamento, del 5,9% le calzature e del 2,8% la pelletteria. In compenso diminuisce l’acquisto di prodotti contraffatti tra quelli che possono risultare nocivi per la salute individuale, tipo alimentari, cosmetici e profumi (-5,4%).
La contraffazione ha un impatto negativo sul sistema economico, in quanto segmento dell’economia irregolare. Nel complesso, secondo recenti studi in materia, l’economia non osservata (economia sommersa e informale più le attività illegali) vale 250-290 miliardi in un anno e ha un impatto negativo anche sull’occupazione perché incentiva il lavoro “in nero”.
Nel totale in Italia, nel 2014, dalle ispezioni del ministero del Lavoro, dell’Inps e dell’Inail, risulta che i lavoratori in nero sono il 42,61% di quelli irregolari. In cifre: 77.387, su 181.629 irregolari, sono lavoratori in nero.
Tornando alla contraffazione, quali ragioni spingono un consumatore ad acquistare prodotti non originali? Sostanzialmente il motivo è uno solo, ed è facilmente intuibile: il risparmio. A pensarla in questo modo, secondo l’indagine di Confcommercio, è oltre il 70%, sebbene cresca la consapevolezza sui rischi per la salute.
I danni sono soprattutto per le imprese, ovviamente. Favorendo un mercato irregolare ad aumentare è anche la concorrenza sleale (+1,7% rispetto al 2014) ed è il 62,1% delle imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti a ritenersi danneggiato dall’azione dell’illegalità. Inoltre, per oltre l’80% delle imprese del terziario, il mercato dei prodotti illegali e dell’esercizio abusivo delle professioni è in continua crescita.
Per quanto possa essere in calo il mercato irregolare di prodotti alimentari, il tema è stato comunque al centro del dibattito durante Expo 2015. Nell’occasione si era osservato, infatti, come ogni anno l’Italia perda circa quattro miliardi di euro a causa della contraffazione e del contrabbando di prodotti agricoli, alimentari e a base di tabacco. Un danno che provoca una riduzione del gettito fiscale dello Stato e che si traduce in 20 mila posti di lavoro in meno.