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Le conseguenze dell’inquinamento in Italia e in Europa

Secondo il Rapporto 2016 dell’Agenzia Europea per l’Ambiente il particolato PM2,5 ha provocato 467 mila morti nel 2014
di Matteo Buttaroni

L’inquinamento dell’aria, secondo le ultime rilevazioni dell’Istat è tra i problemi più avvertiti dalle famiglie italiane nel 2016. La preoccupazione per il fattore ambientale è dunque aumentata rispetto allo scorso anno, passando dal 36,7% al 38%, preoccupando appena meno della criminalità (che scende dal 41,1% al 38,9%).

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Del resto, si tratta di una preoccupazione giustificata. Dagli ultimi dati diffusi dall’Agenzia europea per l’Ambiente (AEA) emergono infatti numeri allarmanti. Nonostante la qualità dell’aria stia lentamente migliorando, in Europa – secondo le stime della ricerca – circa l’85% della popolazione nel 2014 è stata esposta a inquinamento da particolato (PM2,5) a livelli pericolosi per la salute, contro il 8-12% dell’obiettivo prefissato dall’Ue. Preoccupante soprattutto il dato legato ai decessi in Europa: solo l’inquinamento da polveri sottili (appunto il particolato PM2,5) secondo l’AEA ha provocato 467 mila morti nel 2014. Risultano essere, invece, 71mila le vittime dell’inquinamento da biossido di azoto (NO2, a cui è esposto il 7-9% della popolazione europea, in linea con gli obiettivi) e 17 mila quelle dell’ozono (O3, a cui è esporto il 96-98% della popolazione europea, contro la forbice dell’8-17% fissata dagli obiettivi).
Nella sezione del Rapporto 2016 dell’Agenzia dedicata all’Italia, si legge che il nostro Paese è tra quelli europei dove si registrano più morti da inquinamento dall’aria. In particolare lo studio segnala 66.630 decessi legati, sempre nel 2014, al particolato, 21.040 legate a biossido di azoto e 3.380 all’ozono. Numeri in crescita anche rispetto a quelli rilevati nel 2012, quando l’Italia detenne il triste primato a livello Europeo per il numero di morti legati alle emissioni nocive.
Ma l’inquinamento non ha solo un impatto sulla salute dei cittadini. Secondo Legambiente, infatti, la questione ha anche un notevole impatto economico. Gli ultimi dati, relativi al 2010 e riportati anche nel Rapporto Mal’Aria dell’associazione ambientalista, parlano di costi compresi tra i 47 e 142 miliardi di euro solo in Italia (secondo stime più precise si parla del 4,7% del Pil), mentre a livello europeo – per il solo impatto dilla salute – la cifra si aggirerebbe intorno ai 940 miliardi di euro (1.463 miliardi se si considera l’impatto economico in generale), il 9% del Pil.

 

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