In crescita le imprese straniere in Italia
Un’indagine curata dal Centro Studi e Ricerche Idos sottolinea che alla fine del 2015 erano oltre 550mila, pari al 9,1% del totale delle imprese attive in Italia, contribuendo a produrre 96 miliardi di valore aggiunto, il 6,7% della ricchezza complessiva.
La crisi economica non ne ha ridotto la quantità. Anzi. Tra il 2011 e il 2015 gli imprenditori stranieri sono aumentati (+97mila unità) mentre nello stesso periodo il numero delle imprese registrate in Italia è diminuito in totale, complici le difficoltà della crisi economica, dello 0,9%
Particolarmente significativa è la presenza di ditte individuali – lo sono il 79,9% delle imprese straniere, una quota più alta rispetto a quella rilevata tra le concorrenti italiane (50,9%) – e dei giovani imprenditori: complessivamente, in Italia, al 30 settembre scorso risultavano presenti 124mila imprese straniere under 35 su un totale di 608.545 imprese giovanili (dati UnionCamere-InfoCamere).
La maggioranza degli imprenditori stranieri è attivo nel commercio (200mila aziende, 36,4% contro il 24,5% delle imprese italiane), nell’edilizia (129mila unità) e nel comparto manifatturiero, dove si contano oltre 43mila aziende.
Il rapporto sottolinea anche che la presenza delle imprese straniere è considerevole anche nell’artigianato. Un recente dossier di UnionCamere e InfoCamere sull’imprenditoria artigiana straniera – l’artigianato immigrato è un universo composto da 181.494 aziende – ne aveva sottolineato la rilevanza: in Italia, tra il giugno del 2011 e il giugno del 2016, la crescita di attività artigiane di immigrati (+8,3%) ha frenato la caduta dell’intero settore (-7,8%).
UnionCamere e InfoCamere notavano che, negli ultimi 5 anni, le ditte individuali dell’artigianato guidate da stranieri sono aumentate in modo considerevole tra le sartorie, le imprese pulizie e di giardinaggio, settori diversi da quelli tradizionali.