Terrorismo: il difficile biennio europeo
AGGIORNAMENTO ORE 21
La persona in un primo momento sospettata di essere l’attentatore è stata rilasciata per insufficienza di prove. Intanto l’Isis ha rivendicato l’attacco. Dispersa un’italiana.
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L’uomo fermato potrebbe non essere l’attentatore di lunedì a Berlino. Si raffredda anche l’ipotesi di attentato di matrice islamica, ma resta comunque in piedi la pista terroristica.
Non si sa ancora molto in merito alla strage di Berlino, dove 12 persone sono morte a seguito di quello che viene definito un attentato terroristico, avvenuto nella serata di lunedì 19 dicembre. È probabile – almeno questo sembrano suggerire le autorità tedesche – che si tratti di un attentato di matrice islamica. Un tir ha investito molte persone in un mercato di Natale di Berlino, a Breitscheidplatz, con modalità che ricordano tanto l’attentato a Nizza di luglio. Per ora si sa che l’attentatore potrebbe essere stato un profugo pakistano di 23 anni, il quale – come ha spiegato la cancelliera Angela Merkel in conferenza stampa – aveva chiesto asilo alla Germania. Il camion utilizzato era diretto in Polonia e potrebbe essere stato sequestrato (all’interno viaggiavano due persone, una di nazionalità polacca, forse uccisa con arma da fuoco).
Quanto accaduto a Berlino – al di là delle ripercussioni politiche ed economiche (in Germania il prossimo anno si vota, Merkel è di nuovo in corsa e chissà che non pesino le politiche di accoglienza che ha adottato il suo governo negli ultimi anni) – è comunque il momentaneo epilogo di una scia prolungata di attentati che sta interessando l’Europa. La Germania è considerata, in questa particolare fase, tra i paesi maggiormente esposti e alcuni singoli eventi avevano già scosso il paese nei mesi scorsi. Alla stregua della Francia, che il 14 luglio – come si ricordava all’inizio – ha vissuto il terrore a Nizza: più di 80 i morti. A marzo era stata la volta di Bruxelles, in Belgio: 31 morti e circa 300 feriti nella sequenza di attentati rivendicati dall’Isis, di cui due all’aeroporto Zaventem e uno alla stazione della metro di Maalbeek. Il 2015 è stato invece l’anno che ha messo in ginocchio Parigi: dapprima l’attentato di inizio anno, nei primi giorni di gennaio, a Charlie Hebdo e successivamente nel supermercato kosher a Vincennes. Infine quello del 13 novembre, tre attacchi coordinati di cui il più eclatante al Bataclan: 130 le vittime complessive.