Consumi in rallentamento nel 2016. Ripresa ancora fiacca
La ripresa economica del Paese è ancora lenta. A certificarlo le ultime rilevazione dell’Indicatore dei consumi della Confcommercio, secondo cui nel corso del 2016 la crescita dei consumi italiani avrebbe registrato un forte rallentamento rispetto al 2015.
Mentre al termine del 2015 i consumi riportavano, infatti, una crescita dell’1,1%, alla fine del 2016 si è registrato un più lieve +0,5%. Un risultato legato positivamente al +1% registrato dai servizi, ma bilanciato al ribasso dal +0,2% dei beni. Tra le varie tipologie di beni e servizi, l’incremento maggiore ha interessato quelli per la mobilità, con un +4%, seguiti dal +1,2% registrato dalla voce alberghi, pasti e consumi fuori casa.
Variazioni negative piuttosto marcate hanno riguardato invece i consumi di alimentari, bevande e tabacchi, -0,6%; l’abbigliamento e le calzature, -0,5%; i beni e servizi per le comunicazioni, -0,5%; e i beni e i servizi per la casa, 0,4%.
Il rallentamento registrato nel corso dell’anno potrebbe essere legato in qualche modo anche all’andamento dei prezzi al consumo. Il Paese ha infatti chiuso il 2016 in deflazione. Con prezzi al consumo in calo può verificarsi la tendenza a rinviare i propri acquisti proprio perché si spera in un ulteriore ribasso. Al contrario, con prezzi in crescita, si tende ad acquistare subito per paura che i prezzi possano risalire.
L’Istat a gennaio ha registrato un aumento dei prezzi al consumo dello 0,9% rispetto al gennaio del 2016 e dello 0,2% rispetto al mese precedente (le stime per febbraio indicano un +1,3% tendenziale).
Il +0,9% rilevato a gennaio, spiega l’Istat, è il risultato “della netta accelerazione della crescita tendenziale dei Beni energetici non regolamentati (+9,0%, da +2,4% del mese precedente) e degli Alimentari non lavorati (+5,3%, era +1,8% a dicembre)”, bilanciato negativamente dalla marcata flessione dei prezzi degli energetici non regolamentati: -3%. Su base congiunturale i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,2%.
Ma come viene calcolata l’inflazione? All’inizio di ogni anno l’istituto nazionale di statistica aggiorna il proprio paniere di prodotti di riferimento tenendo conto delle abitudini di spesa delle famiglie italiane emerse nel corso dell’anno precedente. Ad ogni prodotto viene assegnato un peso proporzionale al “grado di importanza che la voce stessa rappresenta nell’ambito dell’aggregato economico di riferimento”.
Nel 2017, per esempio, sono entrati nel paniere calcolato dall’Istat prodotti come i preparati di carne da cuocere, i preparati vegetariani e/o vegani, i centrifugati di frutta e/o verdura al bar, la birra artigianale, gli smartwatch, le soundbar, i dispositivi da polso per attività sportive e le action camera.