Il Fmi rialza le stime di crescita, ma non mancano le criticità
Il Fondo monetario internazionale – FMI – ha rivisto al rialzo le stime di crescita del Pil italiano. Mentre a gennaio il Fondo avanzava un +0,7% per l’anno in corso (contro il +0,9% del 2016), le stime più recenti indicano un +0,8%. In linea con il 2017 anche la crescita prevista per il 2018.
Il dato avanzato dal Fmi è senza dubbio un segnale incoraggiante per l’economia italiana, soprattutto perché arriva in un momento in cui il nostro Paese, ancora interessato dagli strascichi della crisi economica, sembra mettere a segno risultati meno positivi rispetto ai suoi principali partner.
Anche le stime relative al tasso di disoccupazione sembrano evidenziare come la risalita sia ancora piuttosto lenta. Nelle tabelle del FMI si legge, infatti, che a fine 2017 il tasso di disoccupazione potrebbe scendere all’11,4%, riportando quindi una flessione dello 0,3% rispetto all’11,7% del 2016, per poi scendere all’11% fine 2018.
Bisogna anche sottolineare come le stime del Fondo monetario internazionale siano anche più ottimiste di quelle avanzate dal Governo italiano che, nel Documento di Economia e Finanza, indica un tasso di disoccupazione all’11,5% per il 2017 e al 11,2% per l’anno a seguire.
Tra le varie stime contenute nel World Economic Outlook del FMI emerge la crescita del debito pubblico lordo in rapporto al Pil: dal 132,6% archiviato a fine 2016, nel corso del 2017 il dato potrebbe portarsi al 132,8%, per poi scendere nel corso del 2018 al 131,6%.
In linea invece con lo scorso anno il rapporto tra deficit e pil. Le stime dell’organizzazione di Washington indicano infatti un 2,4% per il 2017, dato che potrebbe scendere all’1,4% nel 2018.