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Migliorano i bilanci di famiglie e imprese, ma ancora rischi per le banche

Il Rapporto sulla Stabilità Finanziaria della Banca d'Italia segnala un lieve miglioramento dei bilanci bancari. Il tasso d'insolvenza del settore privato è infatti vicino ai livelli del 2007. Una buona notizia per il panorama imprenditoriale italiano
di Redazione

Secondo l’ultimo Rapporto della Banca d’Italia sulla Stabilità Finanziaria, la risalita economica del Paese sta piano piano fornendo un contributo positivo anche alle banche. Le migliori condizioni – insieme ai bassi tassi d’interesse – consentono infatti a famiglie e imprese di saldare debiti più facilmente rispetto agli anni peggiori della crisi, riequilibrando lievemente i bilanci sia di chi il debito l’ha contratto (appunto famiglie e imprese) che di chi l’ha concesso (le banche).

Secondo il Rapporto i tassi di insolvenza si stanno via via riavvicinando ai livelli pre-crisi, così come diminuisce sempre più la vulnerabilità sia delle famiglie che delle imprese, tanto che, secondo Bankitalia, per entrambi i settori un rialzo dei tassi di interesse sarebbe limitato. Buone notizie anche dal mercato immobiliare che, grazie anche ai bassi tassi di interesse, vede crescere la domanda di finanziamenti per l’acquisto di abitazioni. Solo nel 2016, emerge dall’analisi, i nuovi finanziamenti di questa tipologia sono aumentati di un quarto rispetto al 2015.
Si tratta di una serie di buone notizie che, interessando principalmente le banche, potrebbero indirettamente contribuire positivamente all’andamento del tessuto imprenditoriale italiano, ancora in difficoltà a causa del credit crunch, con effetti positivi sull’intero sistema economico.
Negli anni in cui la crisi economica è stata più acuta, la difficoltà riscontrata dalle imprese nel saldare i debiti, aveva costretto le banche e gli istituti di credito a chiudere sempre più i rubinetti, concedendo sempre meno denaro al settore privato: solo tra il 2011 ed il 2016 lo stock di credito concesso alle imprese italiane è diminuito di 117,8 miliardi, contro l’aumento di 92,5 miliardi registrato in Francia e di 18,3 miliardi registrato in Germania (stime della Confcommercio). Una scelta, quella di non concedere credito alle aziende, che insieme alla scarsa domanda di beni e servizi legata alla congiuntura negativa ha portato le imprese italiane ad investire sempre meno, con i risultati ormai noti.
Nonostante i segnali incoraggianti segnalati nel Rapporto sulla Stabilità Finanziaria, la Banca d’Italia avverte comunque che le banche italiane “restano ancora esposte a rischi rilevanti”. La redditività delle stesse, infatti, rimane comunque molto bassa e ancora vulnerabile ad un indebolimento della ripresa economica.
Mentre, infatti, il credito bancario concesso all’economia reale è cresciuto dell’8,5% in Francia e del 6,4% in Germania, tra il 2011 ed il 2016 in Italia si è registrato un calo del 7%, legato soprattutto alla diminuzione che ha interessato il credito alle imprese: -117,8 miliardi nel periodo considerato, contro il +92,5 miliardi registrato in Francia e il +18,3 miliardi della Germania.

 

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