La disoccupazione di lunga durata tra i più giovani
La definizione, innanzitutto. Si viene considerati disoccupati di lunga durata, quando si è alla ricerca di un impiego da oltre dodici mesi. Tra i tanti italiani in questa situazione, molti sono giovanissimi.
L’UGL – l’Unione generale del Lavoro – sottolinea che, su poco più di tre milioni di disoccupati registrati in Italia nel 2016, una porzione consistente era alla ricerca di un lavoro da molto tempo: oltre 1,7 milioni di persone, pari al 57,3% dei disoccupati complessivi, lo era da più di 12 mesi (tra questi 1,2 milioni, pari al 38,4% della popolazione disoccupata, lo cercano da oltre due anni).
Quello relativo alla disoccupazione di lunga durata è un problema molto sentito quando si osservano le dinamiche legate al mercato del lavoro, perché spesso chi è in cerca di un nuovo impiego incontra difficoltà a ricollocarsi per ragioni anagrafiche, competenze non aggiornate o scarsa domanda dal lato delle imprese. In molti, poi, decidono di rinunciare definitivamente alla ricerca, scivolando nell’inattività. Un passaggio da scongiurare assolutamente. Specie tra i più giovani.
L’UGL sottolinea che la disoccupazione di lunga durata riguarda anche i giovanissimi – ovvero chi ha un’età compresa tra i 15 e i 24 anni –, in 300mila sono senza lavoro da più di un anno (tra questi oltre la metà ha cercato senza successo un impiego da oltre due anni).
La disoccupazione di lunga durata non interessa solo i giovani del nostro Paese, ovviamente. Anche se la quota dei 15-24enni italiani alla ricerca di un lavoro da oltre un anno sul totale dei disoccupati, registrati nella stessa fascia d’età, è la più elevata nell’Unione europea.
Secondo l’Eurostat (i dati sono relativi al primo trimestre del 2017), in Italia il 54,1% dei giovani disoccupati italiani era alla ricerca di un impiego da oltre 12 mesi. Nessuno fa peggio: in Grecia e Slovacchia, seconda e terza in questa graduatoria, la quota si ferma al 50,8 e al 45,2% (quella greca è l’economia, insieme a Spagna e Italia, dove si registrano i livelli più alti di disoccupazione giovanile nell’UE). Il dato italiano è superiore anche alla media UE, che si attesta al 45%, e a quella dell’Eurozona (48,6%).