Imprese esportatrici: occupati in crescita
In Italia il numero di imprese esportatrici si aggira intorno alle 200 mila unità (194.832 secondo l’ultimo censimento dell’Istat) e, sebbene le quote siano ripartite in maniera abbastanza simile tra il settore manifatturiero e quello commerciale (il 45,4% e il 40,6% contro il 14% delle imprese esportatrici che operano in altri settori), quasi la totalità del valore complessivo dell’export di beni e servizi è legato a quelle attive nel manifatturiero, con una quota sul totale pari all’83,1%.
Analizzando la struttura delle imprese Istat e Ice nel Rapporto 2017 spiegano che c’è una stretta correlazione tra il contributo delle imprese esportatrici all’export nazionale e l’aumentare delle dimensioni, in termini di addetti, dell’impresa stessa: stando ai numeri contenuti nello studio, il 46,3% delle esportazioni nazionali è legato a imprese di grandi dimensioni (ovvero quelle con almeno 250 addetti), il 29,6% alle medie imprese (quelle con un numero di addetti compreso tra le 50 e le 249 unità), mentre il 24,2% è legato alle imprese più piccole (ovvero quelle con meno di 50 addetti).
Interessante notare come, su un totale di 194.832 imprese esportatrici solo una minima parte rientri in quelle di grandi dimensioni, ovvero 1.908 unità, contro le 182.600 rientranti nella categoria delle piccole imprese e le 10.324 medie imprese. Un dato incoraggiante che emerge dalle tabelle è legato al numero totale degli addetti nelle imprese esportatrici, tornato a crescere secondo le ultime rilevazioni: si passa infatti a 4.434.463 unità contro le 4.363.430 dell’anno precedente e le 4.379.609 di due anni prima.
Guardando da vicino il settore manifatturiero, che come già spiegato è quello che contribuisce maggiormente al valore totale delle esportazioni nazionali, si parla di 88.419 imprese ma solo una piccola quota di esse (novemila unità) destina ai mercati esteri una quota pari o superiore ai tre quarti delle vendite, mentre il 45,7% esporta meno del 10% del fatturato.