Lavoro: i posti vacanti potrebbero aumentare
Le ultime rilevazioni ISTAT sul mercato del lavoro certificano che il numero degli occupati non è mai stato così alto dal 2008. Tuttavia tanti sono i posti che rischiano di rimanere vacanti: le imprese, che intendono assumere nuovi dipendenti nei prossimi mesi, devono fare i conti con la difficoltà a trovare la manodopera necessaria.
Le opportunità lavorative ci sono – ad esempio, Confartigianato stima che tra luglio e settembre le imprese prevedono 117.560 assunzioni con titoli di studio legati all’innovazione tecnologica (ingegneri elettronici, industriali, diplomati in meccanica, meccatronica…) –, a mancare spesso sono le competenze necessarie per essere assunti (particolarmente difficile sarà reperire operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche, i tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione).
A volte, le imprese non riescono a trovare ciò che cercano: un’analisi del sistema informativo Excelsior, realizzata da Unioncamere in accordo con l’ANPAL, sulle previsioni di assunzione delle imprese private dell’industria e dei servizi, stima che tra luglio e settembre 2017 una ricerca di personale su cinque rischia di concludersi senza successo. Il motivo: la mancanza di profili adeguati. Tra luglio e settembre, circa 200 mila posti di lavoro potrebbero restare vacanti, pari al 20,6% delle 969mila entrate previste.
Il tasso di posti vacanti potrebbe continuare a crescere, dopo l’incremento registrato nel secondo trimestre (+0,1% su base trimestrale).
Ma cosa è il tasso di posti vacanti? L’ISTAT spiega che è il rapporto percentuale fra numero di posti vacanti e somma di posti vacanti e posizioni lavorative occupate. Praticamente i posti vacanti misurano le ricerche di personale che alla data di riferimento – ovvero l’ultimo giorno del trimestre – sono già iniziate e non ancora concluse.
Nonostante alcune difficoltà, le imprese sono riuscite comunque a creare nuovi posti di lavoro. Confartigianato sottolinea che particolarmente rilevante è stato il contributo offerto dalle realtà di piccole dimensioni: al primo trimestre 2017, le piccole imprese hanno fatto registrare un incremento di 157.160 posti di lavoro, pari al 77,3% dei nuovi occupati nel totale delle imprese.