Costruzioni: ancora difficoltosa la ripresa
L’Istat conferma il buon momento dell’economia italiana – sebbene a ritmi inferiori rispetto ai principali partner europei – e la crescita del Pil (Prodotto interno lordo) che nel secondo trimestre del 2017 è stata dello 0,4%, +1,5% sull’anno (la variazione acquisita per il 2017 è pari a +1,2%). Positivi i contributi dell’industria e dei servizi.
I settori che invece hanno registrato una dinamica negativa del valore aggiunto sono stati l’agricoltura (-2,2%) e le costruzioni (-0,4%). Il settore delle costruzioni, in particolare, è uno di quelli che più ha sofferto gli effetti della crisi: crollo degli investimenti (che però dovrebbero recuperare nel 2018), calo dell’occupazione e della produzione, aziende costrette a chiudere.
Pur in un contesto di crescita dell’indice di fiducia tra le imprese, quelle legate al settore delle costruzioni mostrano ancora le maggiori perplessità. Come si ricorda nell’Osservatorio congiunturale dell’industria delle costruzioni dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili), a gennaio la previsione era di una crescita degli investimenti in costruzioni dello 0,8% per il 2017, ma ad oggi la stima è di +0,2%. Un aumento che l’Ance definisce “trascurabile”, perché insufficiente a creare le condizioni di effettiva ripresa per un settore che ha visto dal 2008 ridurre del 36,4% i propri livelli produttivi.
Per quanto riguarda l’impatto occupazionale i dati relativi al primo trimestre 2017 indicano un primo lieve aumento nel numero degli occupati (+0,6%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Dall’inizio della crisi, ad ogni modo, il calo complessivo per il settore è stato di circa 600 mila occupati.
Il settore delle costruzioni mostra ritardi non solo in Italia, ma in Europa in generale. Dagli ultimi dati Eurostat emerge un andamento altalenante. Nel mese di giugno si è verificato un calo dello 0,5% nell’Eurozona rispetto al mese precedente, dello 0,2% nell’UE28 (e a maggio si era già osservato un trend al ribasso).
Tuttavia non mancano i segnali di risalita, considerando che in un anno l’incremento è invece del 3,4% nell’area dell’euro e del 3,6% nell’UE28. Resta il fatto, già evidenziato recentemente da Confartigianato, che il recupero del settore in Italia (produzione +2,7% a maggio, ma -4,1% ad aprile) risulta essere, ancora quest’anno, più lento rispetto alla media europea.