Immatricolazioni europee di nuovo in crescita
Dopo la diminuzione del 2% registrata a settembre, il mese scorso il mercato europeo delle auto è tornato a crescere, registrando un aumento del 5,9% (+67 mila unità) rispetto allo stesso mese del 2016. In totale le immatricolazioni sono state 1.169.672.
Un trend positivo, a parte qualche parentesi, che ha comportato un aumento anche del risultato complessivo dei primi dieci mesi: +3,8% a 13.234.599 unità immatricolate, contro le 12.748.516 auto registrate durante lo stesso arco di tempo di un anno fa.
Osservando l’andamento dei 5 Major Markets (Regno Unito, Spagna, Francia, Italia e Germania), si nota come sia il nostro Paese quello a riportate il risultato migliore. Tra gennaio e ottobre le immatricolazioni italiane sono aumentate dell’8,9%, a fronte del 7,3% della Spagna, del +4,8% della Francia, del +2,3% della Germania e del calo del 4,6% registrato nel Regno Unito.
In particolare in Gran Bretagna si è registrato il settimo calo mensile consecutivo (12,2%), a frenare le immatricolazioni totali sono state soprattutto le vendite di vetture diesel, per le quali si registra un -30%, bilanciato solo minimamente dal +2,7% che ha interessato le vetture alimentate a benzine.
In Germania, invece, nel mese di ottobre le immatricolazioni di autovetture nuove sono state 272.855, il 3,9% in più rispetto alle 262.724 dello stesso mese del 2016. Le autovetture diesel vendute sono calate del 17,9% , contro il +18,8% della benzina. Bene le elettriche, +86,8%, e le ibride, +67,8%.
Sempre a ottobre in Francia si sono registrate 176.492 immatricolazioni di autovetture nuove, il 13,7% in più rispetto alle 155.194 dell’ottobre 2016. Anche in Spagna la crescita è stata del 13,7%, risultato che ha fatto raggiungere le 94.676 immatricolazioni contro le 83.248 unità dello stesso mese dello scorso anno.
Per quanto riguarda il nostro Paese, l’Unrae spiega che “nonostante i buoni risultati, l’Italia è alle prese con un rinnovamento del parco circolante che procede ancora troppo lentamente. Secondo un’analisi la velocità di uscita dal parco delle vetture più vecchie è troppo lenta: 32 anni per smaltire tutte le vetture ante Direttiva Euro, 25 anni per eliminare tutte le Euro 1 e 10 anni per le Euro 2”.