Lavoro, più fiducia. Ma meno che altrove
Sembra che i lavoratori italiani abbiano ritrovato un po’ di fiducia sul futuro occupazionale del Paese. Secondo l’Economic Outlook 2018 di Ranstad Workmonitor – che ha coinvolto 400 lavoratori per ognuno dei 33 Paesi considerati nell’indagine, tra cui, appunto, l’Italia – il 48% dei lavoratori del nostro Paese si dichiara soddisfatto e ottimista sull’andamento attuale del mercato del lavoro.
Un dato che, sebbene sia in forte rialzo rispetto al 2016, è ancora piuttosto lontano dal 61% della media mondiale. Senza contare che, sempre secondo lo studio di Ranstad, Ungheria e Grecia (rispettivamente con il 47% e il 37%) sono gli unici Paesi europei dove si rileva una quota inferiore a quella italiana. Al contrario, le percentuali maggiori si registrano un Portogallo, Svezia e Regno Unito.
Entrando un po’ più nella sfera personale, dall’analisi emerge come il 64% degli italiani si dica soddisfatto della propria situazione lavorativa, contro l’11% che si dice insoddisfatto. Tuttavia, solo il 39% si aspetta di ricevere un aumento di stipendio entro la fine dell’anno, mentre solo il 45% prevede un bonus una tantum.
Il 30% degli intervistati, pur non cercando attivamente, sarebbe aperto a nuovi sbocchi professionali. Interessante anche il fatto che il 75% dei lavoratori considerati dall’indagine si dica appagato dalla situazione versa la propria azienda. Un dato, questo, in crescita di sette punti percentuali rispetto alle rilevazioni del Outlook precedente, ma che presenta al suo interno dei divari. Risultano infatti più ottimisti gli intervistati con un età inferiore ai 45 anni: il 55% contro il 41% dei lavoratori un po’ più in là con l’età.