Italia in ritardo nell’e-commerce
In quanto a e-commerce l’Italia è ancora piuttosto indietro rispetto al resto d’Europa, non solo sul fronte degli acquisti online, ma anche dal punto di vista delle vendite. Secondo le ultime rilevazioni dell’Eurostat meno della metà degli italiani è considerabile un e-shopper e la causa, infatti, potrebbe anche essere strettamente legata alla scarsa propensione all’innovazione da parte delle imprese italiane.
Secondo l’annuario statistico 2017 dell’Istat, diffuso alla fine dell’anno appena trascorso, solo il 45,5% delle imprese italiane con almeno dieci addetti ha commerciato online, ma quel che è peggio è che solo un impresa su dieci ha effettuato vendite online (l’11% contro il 40,9% delle imprese che invece hanno fatto acquisti).
Le più propense alla vendita sono le aziende di grandi dimensioni (oltre i 250 addetti), che rappresentano il 30% delle imprese dedite all’e-commerce totali, mentre la quota sul totale delle imprese che vendono online diminuisce al diminuire della dimensione d’impresa: 17,6% per le imprese tra i 100 e i 249 addetti, 15,9% per quelle tra i 50 ed i 99 e 10% per quelle tra i 10 ed i 49 addetti). Non una buona notizia se si considera che gran parte del tessuto imprenditoriale italiano è rappresentato da aziende di micro e piccole dimensioni.
Il fatto che le imprese italiane, almeno per il momento, non siano molto propense a servirsi della rete per vendere i propri prodotti è riscontrabile anche in un altro fattore: in Italia – secondo l’ultimo Rapporto sullo stato dell’e-commerce redatto dalla Casaleggio e Associati – quasi la metà degli e-shopper (il 49%) acquista su siti stranieri, mentre nei Paesi dove la quota di e-shopper totali è più elevata rispetto al nostro Paese, la percentuale di quanti acquistano dall’estero scende notevolmente.
È il caso del Regno Unito o della Germania, per esempio. In Gran Bretagna, secondo le ultime stime dell’Eurostat, fa acquisti online l’86% degli internauti, ma solo il 33% di questi compra su siti esteri. In Germania, invece, la quota di e-shopper è pari all’82% degli internauti totali, ma la penetrazione di acquisti dall’estero è di appena il 27%.