Un paese «deluso» e «confuso»
«Delusi» e «confusi», così gli italiani vengono definiti nell’ultimo Rapporto Italia dell’Eurispes, giunto alla 30esima edizione. «Il Paese è confuso sul piano politico e ondeggia indeciso tra conservazione e cambiamento», si legge. Parlare di “Sistema Paese”, si precisa nello studio, è ormai improprio: «Sarebbe più corretto parlare di Sistema e di Paese in maniera distinta». Ed è così che il Paese si sente «deluso» perché «tradito da un Sistema che non riesce più a garantire crescita, stabilità, sicurezza economica, prospettive per il futuro». Dall’altra parte, invece, «il Paese non riesce a rendersi conto di trovarsi di fronte a cambiamenti epocali che mettono in discussione le antiche certezze».
Il 38,9% dei cittadini ritiene che la situazione economica dell’Italia negli ultimi 12 mesi sia rimasta stabile. In parallelo, diminuiscono i pessimisti che riferiscono una condizione peggiorata (41,5%; -17,6% rispetto al 2017) e aumenta la quota degli ottimisti (16,6%; +3,2%). Nonostante i segnali di ripresa dell’economia, ancora 4 italiani su 10 sono costretti ad utilizzare i propri risparmi per arrivare a fine mese e solo il 30,5% riesce a far quadrare i conti senza grandi difficoltà. Solo una minoranza riesce a risparmiare (18,7%), mentre sono ancora tanti a manifestare difficoltà per pagare le utenze (29,4%) e le spese mediche (23,2%). Sono in affanno anche molti italiani che devono sostenere un mutuo (25,4%) o un affitto (38%). Per far fronte alle difficoltà economiche, l’aiuto arriva soprattutto dalla famiglia d’origine (31,6%).
In pochi si dicono convinti che il governo sia riuscito a mettere mano ai conti pubblici, risanandoli (18,7%, contro l’81,3%). Tra le attese non corrisposte, rilanciare i consumi e gestire la crisi immigrazione (per entrambe le voci il 24% circa dei giudizi positivi) la lotta alla disoccupazione (80% contro il 20%), offrire prospettive ai giovani (80% vs 20%), maggiori diritti per i cittadini (76,3% contro il 23,7%), garantire la coesione sociale e sostenere la natalità (77,2% vs 22,8% in entrambi i casi), la diminuzione della pressione fiscale (80,6% vs 19,4%) e portare a termine una buona riforma elettorale (79,5% vs 25,5%).
Più positivo invece il giudizio sulla capacità di contrasto alle minacce del terrorismo internazionale: il 50% dei cittadini è convinto che il Governo sia riuscito a tutelare l’Italia. Per il 37,2% il Governo è stato in grado di contrastare la microcriminalità; molto meglio il dato sul contrasto alla criminalità organizzata (44,1%). Il Governo ha avuto per molti il merito di tenere alta l’immagine dell’Italia all’estero (41,7%) e parallelamente sostenere il Made in Italy nel mondo (45,2%).
Dalla rilevazione Eurispes, poi, sul livello di fiducia nelle Istituzioni nel loro complesso emerge, rispetto allo scorso anno, un incremento dei cittadini che esprimono un aumento di fiducia dal 7,7% del 2017 all’attuale 13% (erano solo il 2,4% nel 2015). Allo stesso tempo, diminuiscono coloro che indicano una fiducia in calo: dal 42,8% al 34,4%. Il governo ha ottenuto il gradimento di un italiano su cinque (21,5%). I consensi nei confronti del Parlamento arrivano al 22,3%, gli sfiduciati sono il 20% in meno rispetto al 2013. Cresce anche la fiducia nella Magistratura (+5,8), ma il tasso dei consensi non supera il 40%.Il sentimento di affezione nei confronti nel presidente della Repubblica, Mattarella, non ha subìto variazioni (44,5%, era il 44,1% nel 2017).
Se letta attraverso i risultati in serie storica (2004-2018), l’indagine di quest’anno segnala la complessiva crescita del clima di fiducia nelle Istituzioni. I dati mostrano perciò un’inversione di tendenza in senso positivo che interessa tutte le Istituzioni, ma la fiducia continua a concentrarsi con maggiore intensità sulle Forze di Polizia, sulle Forze Armate e sui Servizi di Intelligence o su alcune delle altre Istituzioni prese in considerazione come il Volontariato e la Protezione civile.
(fonte: Eurispes)