Le imprese italiane sono ancora in difficoltà?
“L’Italia non è più un Paese per piccoli imprenditori?”, se lo chiede Confesercenti commentando l’ultima analisi condotta dall’Ufficio Economico della Confederazione su dati Istat, dalla quale emerge come il numero dei lavoratori indipendenti sia fortemente diminuito nel corso degli ultimi dieci anni: -11,1%, in termini assoluti -639mila unità. E quel che, forse, è peggio è che un calo di centomila unità si è verificato negli ultimi dodici mesi. Tra le varie voci che compongono l’universo dei lavoratori indipendenti, l’unica a risultare in aumento è quella relativa ai professionisti (+24,3%), mentre pesanti contrazioni hanno interessato i lavoratori in proprio (-465mila, -13%), i collaboratori (-218mila, -45%) ed i coadiuvanti familiari (-124mila, -29,7%).
“La crisi – spiega il Segretario Generale di Confesercenti, Mauro Bussoni – ha inciso diversamente e i suoi effetti negativi si faranno sentire ancora. Uno dei settori che ha subìto maggiori conseguenze negative e, se ci è permesso dire, un po’ in sordina rispetto ai clamori riservati ad altri, è stato quello del lavoro indipendente e delle piccole imprese familiari”. “La piccola imprenditoria ed il lavoro autonomo – ha aggiunto – soffrono ancora le conseguenze della crisi e delle politiche di austerity che sono seguite”.
Ma le difficoltà non riguardano solo le aziende di dimensioni più piccole, o almeno è quello che traspare dagli ultimi dati dell’Istat sulla fiducia delle imprese. A marzo, infatti, l’indice è diminuito di oltre due punti, passando da 108,5 punti a 106. Una diminuzione legata soprattutto all’indice di fiducia delle imprese manifatturiere (sceso a 109,1 punti dai 110,4 di febbraio) e a quelle delle imprese dei servizi di mercato (da 109,8 a 107,2). In miglioramento risulta sola la fiducia delle imprese di costruzione, mentre rimane stabile quella del commercio.
Commentando i dati dell’Istat, Confesercenti ha evidenziato il brusco calo che ha interessato la fiducia delle imprese del commercio tradizionale, per le quali si registra una diminuzione di oltre quattro punti, da 104 a 99,9: il livello più basso degli ultimi tre anni. “Un peggioramento – spiega l’associazione di categoria – dovuto in primo luogo al ritorno in territorio negativo delle vendite – calate anche a gennaio (-2,3%) – e del timore degli esercenti che si tratti di un trend destinato a proseguire”.