G7 in Canada: dal commercio all’Iran, tutti i nodi da sciogliere
Una cosa è certa: Trump non farà passi indietro. Per questo motivo a Charlevoix, in Canada, vsta per andare in scena uno dei G7 più tesi di sempre. Ad agitare ancora di più le acque – considerate le distanze emerse nell’ultimo periodo tra Stati Uniti e gli altri Grandi – è la decisione del presidente Usa di abbandonare il summit prima della sua chiusura, sabato mattina. Ufficialmente dalla Casa Bianca hanno fatto sapere per raggiungere Singapore dove il 12 giugno incontrerà il leader nordcoreano Kim Jong-un, in verità per rimarcare tutto ciò che non va, dal suo punto di vista, in tema di commercio internazionale.
Non è un segreto che la politica dei dazi su acciaio e alluminio di Washington, di recente estesa all’UE e al Canada, sia motivo di frizione tra le parti. Motivo per cui il presidente francese, Emmanuel Macron, ha proposto ai leader europei di fare fronte comune. Tutto, al solito di questi tempi, è cominciato giovedì (e proseguito l’indomani) con una serie di tweet.
The American President may not mind being isolated, but neither do we mind signing a 6 country agreement if need be. Because these 6 countries represent values, they represent an economic market which has the weight of history behind it and which is now a true international force https://t.co/UA86fcjozs
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) 7 giugno 2018
Please tell Prime Minister Trudeau and President Macron that they are charging the U.S. massive tariffs and create non-monetary barriers. The EU trade surplus with the U.S. is $151 Billion, and Canada keeps our farmers and others out. Look forward to seeing them tomorrow.
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 7 giugno 2018
Prime Minister Trudeau is being so indignant, bringing up the relationship that the U.S. and Canada had over the many years and all sorts of other things…but he doesn’t bring up the fact that they charge us up to 300% on dairy — hurting our Farmers, killing our Agriculture!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 7 giugno 2018
Canada charges the U.S. a 270% tariff on Dairy Products! They didn’t tell you that, did they? Not fair to our farmers!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 8 giugno 2018
Molti osservatori hanno sottolineato come l’annuncio della Casa Bianca sia arrivato dopo la polemica a distanza con Trudeau e Macron ai quali Trump, in un tweet, ricordava «che loro fanno pagare agli Stati Uniti dazi enormi e creano barriere non-monetarie». Macron, in precedenza, aveva avvertito: «Al presidente americano può non dispiacere rimanere isolato, ma nemmeno a noi dispiace firmare un accordo a sei se necessario». Trump vuole riequilibrare gli accordi commerciali, ritenuti sleali dalla sua amministrazione, dunque appare difficile aspettarsi un cambio di rotta repentino sull’argomento. Altro elemento importante è rappresentato da “quando” Trump lascerà il G7 sabato. L’inquilino della Casa Bianca, infatti, partirà alla volta di Singapore durante la sessione dedicata al cambiamento climatico e alle politiche ambientali, altro tema su cui l’America si è detta più volte contraria rispetto alle decisioni prese negli ultimi anni, a partire dagli accordi di Parigi. E a proposito di accordi non graditi alla Casa Bianca, sullo sfondo resta quello sul nucleare iraniano, da cui gli Stati Uniti sono usciti di recente minacciando sanzioni alle aziende europee che proseguiranno a condurre affari in Iran. Il G7, in ogni caso, sarà motivo di curiosità in Italia anche per l’esordio internazionale del premier Giuseppe Conte, il quale terrà incontri bilaterali con Trump, Macron, il premier canadese e padrone di casa Justin Trudeau e la cancelliera tedesca Angela Merkel. L’apertura di credito alla Russia, più volte dichiarata da esponenti del nuovo governo, sembra avere trovato nelle ultime ore la sponda statunitense per un possibile rientro di Mosca nel G8. Il Cremlino, però, per il momento preferisce sorvolare. «La Russia si concentra su altri formati», ha infatti dichiarato il portavoce di Vladimir Putin.