Social, tv e streaming: le preferenze degli italiani
Secondo l’indagine condotta da Globawebindex, sulle tendenze in fatto di social, gli utenti di internet passano in media 20 minuti di più al giorno sui social che guardando la televisione. Il dato si riferisce ad un campione di 350 mila persone di diversi paesi del mondo e di età compresa tra i 16 e i 64 anni, per questo motivo è fortemente influenzato dalle abitudini tecnologiche delle generazioni più giovani: in particolar modo la ricerca evidenzia che per gli appartenenti alla Generazione Z il gap tra il tempo trascorso sui social e davanti alla tv aumenta fino ad un’ora e mezza.
In Italia il rapporto tra social, tv tradizionale e streaming è stato presentato dall’Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano realizzato su dati Doxa e ComScore, secondo cui anche il 33% del pubblico più anziano dichiara che il numero di ore trascorso davanti la televisione è lo stesso di quelle passate a guardare contenuti video su internet. In generale gli italiani risultano ancora legati alla televisione classica più che alla fruizione su streaming dato che il 51% di essi si lascia ancora guidare dalla programmazione tradizionale. Questa approssimativa compensazione testimonia lo spostamento dell’attenzione sul contenuto di ciò che si va a guardare, il 44% del campione cerca un programma specifico a prescindere da dove questo venga trasmesso, con una percentuale che arriva al 51% se si considerano solo i Millennials. I più giovani sono infatti i meno vincolati dal palinsesto televisivo essendo solo il 49% a seguire le dirette contro il 73% degli over 55. Per quel che riguarda il rapporto con la televisione, solo il 54% dei giovani segue i programmi senza dedicarsi ad altro -a fronte del 68% degli over 55 – nello specifico un Millennials su quattro dichiara di utilizzare altri device soprattutto durante talent e reality.
A questa tendenza si adegua anche il mercato pubblicitario che, sempre secondo l’Osservatorio, nel 2017 valeva 7,9 miliardi di euro, con l’Internet advertising si conferma essere il secondo mezzo pubblicitario preferito in Italia che si aggiudica il 34% del mercato totale, dopo la televisione, 48%, e davanti alla stampa scritta, 13%, e la radio la cui quota è ferma al 5%. Il mercato pubblicitario in radio è l’unico che in dieci anni non subisce variazioni in termini percentuali, la stampa dal 31% che occupava nel 2008 ha ceduto progressivamente spazio all’internet media, mentre la pubblicità televisiva pur scendendo dal 54% al 48%, si conferma negli anni il mezzo pubblicitario per eccellenza.