Le nuove app per lo streaming musicale
Il mercato dello streaming musicale varrà 11,4 miliardi di dollari alla fine del 2018, almeno secondo Statista, provider di ricerche e analisi di mercato.
Nella partita dello streaming musicale intervengono quindi sempre più giocatori, gli ultimi scesi in campo, in ordine di tempo in Italia, sono YouTube Music, e Qobuz.
Il primo è un’espansione della piattaforma più famosa per i video, disponibile da pochi giorni anche in Italia dopo il lancio preventivo negli Stati Uniti, Nuova Zelanda, Australia, Messico e Corea del Su, e consente di ascoltare brani implementati da video musicale, ma offre anche album ufficiali, singoli, remix, performance live, cover e musica, generalmente, difficile da reperire. YouTube Music permette di avere una versione free e una a pagamento, come ormai quasi tutte le piattaforme musicali di streaming: gratuitamente si potrà ascoltare musica con interruzioni pubblicitarie, mentre la versione a 9,99 euro al mese, inclusa nel pacchetto Premium non contiene interruzioni per spot e consente di ascoltare i brani sia offline, che in “background listening”, ovvero mentre si sta facendo altro con il dispositivo. Qobuz invece, accessibile anche in Italia, è un’applicazione francese, dove -pur non dichiarando il numero dei suoi utenti- ammette di coprire nel 2017 il 2,7% del mercato dello streaming del paese. La società, presente già in 11 paesi europei, è più elitaria musicalmente -ma anche economicamente- parlando, infatti si rivolge dichiaratamente ad un pubblico più maturo, per gusti musicali che per abitudini di consumo. La sua caratteristica principale è l’attenzione alla qualità del suono, a cui si accompagna una ricercatezza dei 40 milioni di brani del catalogo, in cui sono selezionate oltre alle novità, anche ripubblicazioni di vari artisti, playlist jazz, di musica classica e elettronica.
Ovviamente puntando sulla ricercatezza Qobuz sacrifica la convenienza, infatti gli abbonamenti base partono da 9,99 euro al mese, per passare a 19,99 euro, fino ai pacchetti più complessi, acquistabili solamente se annuali, quali il Sublime a 219,99 euro all’anno, che vanta un’alta qualità e la possibilità di download in alta risoluzione a prezzo speciale, oppure il Sublime+, a 349,99 euro all’anno, con un’alta risoluzione audio (24 Bit/192 kHz).
La “guerra” per il monopolio dello streaming musicale vede però sempre in testa Spotify, che occupa il 42% del mercato, l’applicazione a maggio ha dichiarato 75 milioni di utenti Premium, e circa 95 che usano il servizio in modalità free.