Sono poche le aziende pronte alla rivoluzione I.A.
Stando all’ultima indagine realizzata dall’Osservatorio italiano sull’Artificial Intelligence Marketing, intitolata Livello di adozione e utilizzo dell’Intelligenza artificiale da parte delle aziende italiane per attività di marketing e comunicazione (presentata all’Università Uilm), ad oggi solo un’azienda italiana su cinque dichiara di aver effettivamente adottato soluzioni legate all’Intelligenza artificiale e di questi solo una piccolissima quota (pari a circa il 5%) ad un livello definibile “maturo”. Di conseguenza il 36% dichiara di aver iniziato da poco un percorso per la sperimentazione di questo tipo di tecnologie e servizi, mentre quasi la metà delle aziende considerate dall’indagine (128 in tutto) ammette di non prevedere al momento l’adozione di soluzioni simili, né se e quando ciò avverrà.
Quello che emerge è quindi uno scenario, ancora oggi, di scarsa consapevolezza dei vantaggi, anche a livello competitivo, che possono giungere dall’adozione di tecnologie legate all’Intelligenza artificiale. Del resto, come spiega la nota di presentazione dell’indagine « l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale rappresenta una nuova rivoluzione non solo industriale ma anche sociale e umana». Quello che emerge dallo studio è che solo la metà degli intervistati (il 52%) è a conoscenza del significato più corretto e completo di Intelligenza Artificiale, mentre l’altra metà collega l’idea di IA a significati quasi “fantascientifici”.
Tra i fattori indicati come i principali ostacoli all’adozione di tecnologie IA si trova al primo posto la carenza di risorse economiche, di tecnologia e di personale formato sul tema (indicato dal 41% del campione); la cultura interna e la scarsa propensione al cambiamento in ottica di digital transformation, connesse alla scarsa comprensione di quali siano le applicazioni e le potenzialità di IA (indicato dal 48%) e la percezione che tali soluzioni non siano applicabili al proprio business (indicato da una quota più esigue, pari al 10%).
Di conseguenza si ha che sono pochi gli investimenti indirizzati alle tecnologie abilitanti: oltre la metà delle aziende del campione investe in IA una quota inferiore al 5% del budget destinato alle attività di comunicazione e marketing. Rassicura però il fatto che in quattro casi su cinque ci sia l’intenzione di aumentare questa quota di investimenti.