La silver economy, come gli over 65 ci tengono a galla
Come periodicamente conferma l’Istat, l’Italia è un paese che sta invecchiando e secondo gli ultimi dati dell’istituto di statistica circa 13,5 milioni di persone hanno più di 65 anni, numero che è destinato ad aumentare stando alle stime, data la composizione della popolazione italiana. La massiccia presenza della componente over 65, non ha conseguenze solo al livello istituzionale, anzi rappresenta un bacino sempre più significativo, qualitativamente e quantitativamente, per il mercato, tanto da meritare un termine apposito: silver economy, l’economia d’argento, appunto quella dedicata e generata dalla terza età.
Secondo l’ultimo rapporto della Commissione europea sulla silver economy, nel 2015 tra contributo diretto e indiretto, l’impatto totale dell’economia dedicata ai più anziani è stata di 4,2 trilioni di euro – corrispondenti al 28,8% del Pil dello stesso anno – percentuale che l’organo europeo stima arrivare a 31,5% nel 2025. Attraverso questa attività economica, nel 2015 sono stati sostenuti 78 milioni di posti di lavoro, 30 milioni di questi provenienti dall’effetto diretto. In particolar modo per l’Italia, l’occupazione legata all’economia dei bisogni e dei consumi dei più anziani sfiorava un milione di occupati secondo il report del Centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali, corrispondenti, almeno secondo le stime, ad una platea di almeno 251 mila imprese. Il rapporto calcola che la silver economy varrebbe, con riferimento al 2014, oltre 43 miliardi di euro, importo che salirebbe a 122,5 miliardi secondo le elaborazioni effettuate invece da Assolombarda.
Considerando anche che in media il reddito annuo dei nuclei con due anziani è dell’8,4% superiore rispetto a quello delle famiglie senza componenti ultrasessantenni, i loro consumi non sono trascurabili. Dal rapporto Silver economy: Invecchiamento come risorsa di Assolombarda su dati Istat, emerge che la spesa media mensile della popolazione over 65 è di circa 2.100 euro, di cui solo l’8% dei consumi non alimentari è destinato ai servizi sanitari e alla salute, anche se ovviamente le spese per la salute aumentano con l’età. Una buona parte della spesa è riservata ai consumi culturali, quindi teatri, cinema, nonché alle vacanze, settore in cui l’attenzione per gli over è particolarmente sviluppata: gli ultrasessantacinquenni rappresentano circa il 15% dei vacanzieri. Si aggiungono consumi più innovativi, confermata la permanenza della televisione come strumento tecnologico più utilizzato, anche tra i silver aumenta la percentuale di coloro che sanno utilizzare altri dispositivi: nel 2016 il 17% della popolazione italiana over 65 ammetteva di utilizzare il Pc nelle attività ad esso connesse quali leggere giornali, scaricare giochi e guardare programmi in streaming.