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Innovazione, l’Italia è penultima in Europa

Le cause che, secondo Assirm, pesano maggiormente su questa decelerazione sono riconducibili al calo degli investimenti e della fiducia sia delle imprese che dei consumatori
di Redazione

Secondo la nuova edizione dell’Assirm Innovation Index, indicatore Made in Italy ideato dall’associazione di ricerche di mercato e di opinione per misurare la capacità di un paese di promuovere e generare innovazione, l’Italia nel primo trimestre del 2018 ha registrato una crescita rallentata sia rispetto ai trimestri dell’anno precedente sia rispetto alle altre economie analizzate.

Assirm Innovation Index (AII) è un indicatore che al suo interno sintetizza tre sotto-indici concernenti l’investimento in ricerca e sviluppo (Creation of ideas), le condizioni macro-economiche (Enabling conditions) e il quadro psico-sociale (Economic trust). Lo studio parte quindi dall’ipotesi che l’innovazione di un paese sia la combinazione di questi tre fattori.
Dall’analisi emerge che l’incremento del primo trimestre del 2018 è stato per l’Italia del solo 0,5%, con un risultato complessivo attestato a 6,9 punti, (risultato che fa apparire necessario all’Italia intensificare gli investimenti in campo tecnologico). Una crescita contenuta, che appare in linea con la tendenza volta al rallentamento mostratasi già nel 2017, anno in cui il paese ha visto aumentare il suo punteggio da 3,6 del primo trimestre, a 4,2 nel secondo, 5,6 nel terzo e 6,4 negli ultimi tre mesi. Nonostante sia considerato comunque un trend moderato, l’incremento registrato sia nel 2018 che lo scorso anno, risulta in netto miglioramento rispetto al periodo di crisi del 2012-2013.
Le cause che, secondo l’Associazione, pesano maggiormente su questa decelerazione sono riconducibili al calo degli investimenti e della fiducia sia delle imprese che dei consumatori, anche se concorrono diversi fattori al rallentamento italiano, quali la guerra dei dazi innescata dagli Stati Uniti sui mercati internazionali e la fase pre e post elettorale che ha reso secondaria l’attenzione sulle tematiche del digitale da parte dell’agenda politica italiana.
Importante risulta essere il confronto con le altre 10 economie europee analizzate. Da questo risulta che, similmente a quanto emerso dalle edizioni 2017 dell’AII, il punteggio dell’Italia nei primi tre mesi dell’anno non basta a recuperare le posizioni perse nel 2014 a vantaggio della Spagna e lo scorso anno a favore del Portogallo. L’unico paese che ottiene un risultato peggiore è la Grecia, il cui indice nel primo trimestre del 2018 è pari a -8,9. Sia in positivo – dati gli oltre 15 punti che ci dividono dalla Grecia – che in negativo, l’Italia si presenta lontana dagli altri paesi europei: il Portogallo, quello con il punteggio più vicino, è a 7,8 punti, davanti Spagna, a 9,6, e Francia, 11,7.
Il podio spetta alla Svezia, con 21,4 punti, al Regno Unito con 18,0 e alla Germania con 17,7. Se si considera invece il ritmo di crescita, la classifica cambia a favore di Repubblica Cesa e Paesi Bassi.

 

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