Peggiora la fiducia dei consumatori e delle imprese
Ad agosto 2018 si stima un peggioramento del clima di fiducia dei consumatori rispetto al mese scorso (da 116,2 a 115,2); anche per l’indice composito del clima di fiducia delle imprese si stima un calo (da 105,3 a 103,8). È quanto emerge nella nota dell’ISTAT sulla fiducia dei consumatori e delle imprese.
«La flessione dell’indice di fiducia dei consumatori – continua l’Istituto – è dovuta principalmente al deterioramento della componente economica (da 141,3 a 136,6), mentre quella personale aumenta per il secondo mese consecutivo passando da 107,8 a 108,5. Un calo contenuto caratterizza sia il clima corrente (da 113,3 a 112,8) che quello futuro (da 120,9 a 119,3). Con riferimento alle imprese, il clima di fiducia registra una dinamica negativa più accentuata nel settore manifatturiero (da 106,7 a 104,8) e nei servizi (da 105,9 a 104,7) rispetto alle costruzioni (da 139,9 a 139,3); in controtendenza il commercio al dettaglio dove l’indice aumenta da 102,7 a 104,2».
«Passando ad analizzare le componenti dei climi di fiducia – sottolinea l’ISTAT – nel comparto manifatturiero peggiorano sia i giudizi sugli ordini sia le attese sulla produzione; le scorte sono giudicate in accumulo rispetto al mese scorso. Nel settore delle costruzioni, si registra un nuovo peggioramento dei giudizi sugli ordini mentre le aspettative sull’occupazione sono in aumento».
«Con riferimento al settore dei servizi, la diminuzione dell’indice di fiducia riflette una dinamica negativa dei giudizi sull’andamento degli affari e delle attese sugli ordini; invece, segnali positivi provengono dai giudizi sugli ordini dove il saldo aumenta riportandosi sul livello dello scorso giugno. Per quanto riguarda il commercio al dettaglio, l’aumento dell’indice di fiducia è caratterizzato da un miglioramento dei giudizi sulle vendite diffuso ad entrambi i circuiti distributivi analizzati (grande distribuzione e distribuzione tradizionale); il saldo delle scorte di magazzino è in diminuzione e le aspettative sulle vendite future sono in peggioramento», conclude l’ISTAT.
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