Malattie mentali, costi sociali ed economici
Quest’anno la giornata mondiale della salute mentale, indetta per domani dall’Organizzazione mondiale della sanità, sarà dedicata al tema dei giovani e degli adolescenti. L’Oms, infatti, sottolinea che la metà delle malattie mentali degli adulti nasce verso i 14 anni e quindi i sintomi si manifestano proprio durante l’adolescenza, anche se spesso queste non vengono riconosciute e curate.
Il disturbo che maggiormente affligge quest’età è la depressione, ed in particolar modo per l’Italia, secondo i dati Istat il 10% dei giovani tra i 12 e i 25 anni si dichiara insoddisfatto delle relazioni familiari e affettive. La percezione della propria vita e lo scatenarsi di disturbi mentali è anche collegato all’abuso sempre più precoce di alcol e droghe: il disturbo bipolare, i cui primi episodi di verificano nel 40% dei casi oggi fra il 15 e i 19 anni, è in parte correlata all’uso di psicostimolanti, mentre l’utilizzo di cannabis aumenta di 3 volte il rischio di sviluppare la schizofrenia, nei soggetti già predisposti.
La capacità delle sostanze stupefacenti di scatenare i disturbi già latenti è ormai nota, anche se oggi si fa sempre più attenzione alle nuove tecnologie, ovvero ai rischi connessi all’iper-connessione per i nativi digitali. Essendo per l’Oms il secondo tipo di malattie più diffuse al mondo, i disturbi mentali sono trasversali a tutte le fasce d’età: in generale solo in Italia 17 milioni di persone soffrono di disturbi mentali, e secondo i dati dell’Organizzazione mondiale, in Europa si arriverebbe al 38% della popolazione affetta. I disturbi psichici rappresentano il 30% di tutte le disabilità e hanno un impatto pesante sulla quantità di vita e sulla sua qualità con ovvie conseguenze sul piano affettivo e sulle capacità relazionali.
Oltre alle ripercussioni personali, le differenti tipologie di malattia mentale hanno effetti anche sulla sfera socio-economica, infatti in Europa l’impatto economico dei disturbi psichici raggiunge i 789 miliardi di euro, suddivisi in costi diretti, quindi quelli medico sanitari che rappresentano il 37% del totale e il 23% di costi diretti non inerenti all’ambito medico, a cui si deve aggiungere una sezione indiretta data dalla mortalità prematura, e dalla perdita di produttività che spesso consegue malattie di questo genere.