Skills mismatch, zavorra per il mercato del lavoro
Un fenomeno spesso paradossale: all’aumento dei livelli di istruzione si registra ancora la mancata corrispondenza con le figure richieste
di Redazione
La nuova classifica stilata da Infojobs, portale specializzato nel recruiting online, vede ai primi tre posti tra le figure professionali più richieste lavori poco specializzati e più tradizionali di quel che ci si aspetterebbe, quali i commessi di vendita, che contano oltre 5.860 posizioni aperte, agenti commerciali richiesti per 5.659 posizioni e magazzinieri, che nel portale registrano 5.559 posizioni aperte. La classifica mette in evidenza una tendenza del mercato del lavoro in Italia che riguarda la sovraistruzione: nel triennio 2014-2016 il 31,6% delle assunzioni ha riguardato personale sovraistruito rispetto alle mansioni da svolgere. Il fenomeno però, come evidenziano i dati del rapporto sul mercato del lavoro 2018, è in continua crescita a causa dell’aumento dei livelli di istruzione e della mancata corrispondenza con le figure richieste. Nel 2017, infatti, gli occupati sovraistruiti erano 5 milioni e 569 mila, il 35% degli occupati diplomati e laureati.
Il gap si ripercuote come un problema anche per i datori di lavoro, proprio per questo, secondo il Rapporto Excelsior 2018 realizzato da Unioncamere e Anpal, sulle 4.553.980 assunzioni previste dalle aziende nell’anno, nel 26% dei casi è stato difficile trovare il profilo professionale che rispondesse adeguatamente alle richieste ed il trend in crescita è evidente dal confronto con il 2017 in cui la percentuale era inferiore di cinque punti.
Il rapporto mette però in evidenza oltre alla sovraistruzione degli occupati, un altro problema tipico del mondo del lavoro e della formazione italiano: un investimento in istruzione che non trova un adeguato sbocco lavorativo perché il panorama scolastico non è capace di indirizzare verso quelle che sono le prospettive di lavoro future, creando quindi un mismatch tra domanda e offerta di occupazione. Le università e i corsi di studio considerati “innovativi” sono ancora di nicchia.
A essere richiesti sono spesso figure professionali nuove, come sottolinea il Rapporto Excelsior sulle “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine”, tra il 2019 e il 2023 infatti la digital trasformation e l’ecosostenibilità arriveranno a coinvolgere il 30% dei lavoratori italiani. In particolar modo si stima che solo la pubblica amministrazione avrà necessità di 300 mila lavoratori con specifiche competenze matematiche e informatiche, connesse al digitale. Le nuove figure che saranno richieste nei prossimi cinque anni in questo campo saranno quelle del Data Scientist, del Cyber Security Expert, del Business Intelligence Analyst e dell’Artificial Intelligence System Engineer, professioni le cui competenze sono principalmente di analisi dei dati, sicurezza informatica, analisi dei mercati e intelligenza artificiale.