Produzione industriale in calo a marzo, ma +1% nel trimestre
Nel mese di riferimento la diminuzione è dello 0,9% rispetto a febbraio. La variazione positiva nel trimestre è la prima dal 2017
di Redazione
A marzo 2019 l’Istat si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisca dello 0,9% rispetto a febbraio. Nella media del primo trimestre dell’anno corrente, il livello destagionalizzato della produzione aumenta però dell’1% rispetto al trimestre precedente. «Nonostante la flessione registrata a marzo – commenta l’Istituto nazionale di statistica -, il primo trimestre dell’anno corrente si conclude con una variazione della produzione industriale ampiamente positiva rispetto al precedente, la prima dal quarto trimestre 2017».
Nello specifico, prosegue l’Istat, l’indice destagionalizzato mensile mostra un modesto aumento congiunturale solo per i beni strumentali (+0,1%); diminuzioni si registrano invece per i beni di consumo (-2,3%) e, in misura più lieve, per l’energia (-0,4%) e per i beni intermedi (-0,3%). Corretto per gli effetti di calendario, a marzo 2019 l’indice complessivo è diminuito in termini tendenziali dell’1,4% (i giorni lavorativi sono stati 21, contro i 22 di marzo 2018).
Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano a marzo 2019 un aumento tendenziale esclusivamente per i beni strumentali (+1,2%); al contrario, una marcata diminuzione contraddistingue l’energia (-5,9%), mentre diminuiscono in misura più contenuta i beni intermedi (-1,9%) e i beni di consumo (-1%).
I settori di attività economica che registrano le variazioni tendenziali positive più rilevanti sono le attività estrattive (+5,7%), la fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+3,3%) e le industrie alimentari, bevande e tabacco (+2,7%). Le flessioni più ampie si registrano nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-9,0%), nella produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-6,7%) e nella fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-5,2%).
(fonte: Istat)