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Economia fragile, prevale l’incertezza

«L’indicatore anticipatore ha segnato un’ulteriore diminuzione seppur di minore entità rispetto al mese precedente, suggerendo la persistenza di uno scenario di moderazione dei livelli di attività economica», spiega l’Istat

di Redazione

«L’indicatore anticipatore ha segnato un’ulteriore diminuzione seppur di minore entità rispetto al mese precedente, suggerendo la persistenza di uno scenario di moderazione dei livelli di attività economica». A dirlo è l’Istat, nella consueta nota mensile sull’andamento dell’economia, che sottolinea la fase di incertezza dell’economia italiana. A maggio, ricorda, l’indice del clima di fiducia dei consumatori è tornato ad aumentare dopo tre mesi di cali consecutivi trainato dalla componente economica e da quella corrente. L’aumento della fiducia per il clima futuro è stato più contenuto così come il miglioramento delle attese sulla disoccupazione. Anche il clima di fiducia delle imprese ha registrato un lieve miglioramento, diffuso a tutti i settori. Le imprese manifatturiere hanno evidenziato un miglioramento sia dei giudizi sugli ordini sia delle attese sulla produzione unitamente a una diminuzione del saldo relativo alle scorte di magazzino.

Sul fronte del mercato del lavoro, prosegue l’Istat, ad aprile, il mercato del lavoro ha presentato decisi segnali di stabilità dopo i miglioramenti segnati a marzo. La stima degli occupati, il tasso di occupazione (58,8%), quello di disoccupazione (10,2%) e di inattività (34,3%) si sono mantenuti sugli stessi livelli del mese precedente. Per quanto riguarda l’input di lavoro, i dati trimestrali di contabilità nazionale riferiti al primo trimestre hanno indicato aumenti congiunturali delle ore lavorate (+0,7%) e delle unità di lavoro (+0,4%) superiori a quello del Pil.

La situazione di incertezza dipende anche dalle relazioni commerciali internazionali. I negoziati tra USA e Cina sembrano essere ancora lontani da una risoluzione e quelli relativi ai trattati bilaterali con Giappone e l’Ue restano in una fase preliminare. Nel primo trimestre del 2019, il Pil italiano ha registrato un aumento congiunturale dello 0,1%. La crescita è stata alimentata dal contributo positivo della domanda estera netta e dalla domanda interna. Le scorte al contrario hanno fornito un apporto fortemente negativo. Nel primo trimestre, le ore lavorate sono aumentate a un ritmo superiore a quello del Pil, mentre ad aprile il mercato del lavoro ha presentato complessivi segnali di stabilità. È rallentata l’inflazione al consumo, confermandosi inferiore a quella media dell’area dell’euro anche nella misura di fondo.

(fonte: Istat)

 

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