Il lavoro e il gap di genere in Italia
Nell’ultimo periodo la componente femminile ha trainato la risalita dei livelli occupazionali. Il divario con gli uomini, però, resta ampio. Le donne, più dei colleghi maschi, sono impegnate in percorsi di formazione continua
di Redazione
Nell’ultimo report sul mercato del lavoro, l’Istat ha rilevato che nel primo trimestre del 2019 è aumentato lievemente il tasso di occupazione rispetto al trimestre precedente, contestualmente l’istituto ha registrato sia un calo dell’inattività che del tasso di disoccupazione.
Dalla rilevazione appare evidente che la tendenza in atto è di un progressivo e lento livellamento delle differenze di genere: sono infatti le donne che trainano l’aumento dell’occupazione in misura maggiore. Rispetto al primo trimestre del 2018, a fronte di un aumento dell’occupazione generale dello 0,5%, l’occupazione femminile è aumentata dello 0,8% – con picchi del’1,1% per le donne del centro Italia -, contro lo 0,3% di quella maschile. Al contempo diminuisce il tasso di inattività e, in questo caso, solo per la componente femminile, che registra un -0,4% rispetto ai primi tre mesi dello scorso anno, contro un tasso di inattività maschile rimasto invariato. Per quanto riguarda i valori assoluti, le inattive variano in negativo dell’1,3% nell’arco di un anno e cala significativamente, del 12,8% il numero delle cosiddette scoraggiate, cioè quelle donne che non cercano lavoro perché ritengono di non poterlo trovare, mentre la controparte maschile aumenta di quasi cinque punti percentuali.
Allo stesso tempo, insieme all’occupazione cresce il numero di donne impegnate in percorsi di formazione continua: secondo i dati di FondItalia, in dieci anni le lavoratrici donne che hanno preso parte ad attività di aggiornamento sono passate dalle 92 del 2008 alle oltre 58 mila formate al 2018. E secondo l’Istat, le donne fanno registrare livelli più alti di partecipazione formativa rispetto agli uomini sia tra gli occupati che tra i disoccupati, rispettivamente il 54,5% delle lavoratrici e il 50,5% dei lavoratori continua la sua formazione, come il 28,3% delle donne disoccupate contro il 24,8% degli uomini.
Nonostante la spinta femminile il gap di genere nel mondo del lavoro rimane evidente: dai dati Istat emerge infatti che a fronte di un aumento dell’occupazione femminile, emerge che il 69% delle donne che lavora con un contratto a tempo parziale è in part time involontario. E,seppur in lieve miglioramento, il livello di occupazione è ancora molto lontano dall’essere equiparato, se il tasso nazionale è del 58,2%, per gli uomini è del 66,8%, mentre scende al 49,6% per le donne.