Quando i pensionati sono un “antidoto” alla povertà
Spiega l’Istat: «Per quasi 7 milioni e 400 mila famiglie i trasferimenti pensionistici rappresentano più dei tre quarti del reddito familiare disponibile». Ma il 36,3% riceve ogni mese meno di 1.000 euro
di Redazione
Il dato non è nuovo, anzi, ma ci aiuta a capire molto della situazione socioeconomica di un segmento importante della popolazione italiana. «Per quasi 7 milioni e 400 mila famiglie (il 61,7% di quelle con pensionati) i trasferimenti pensionistici rappresentano più dei tre quarti del reddito familiare disponibile. Nel 21,9% dei casi le prestazioni ai pensionati sono l’unica fonte monetaria di reddito (oltre 2 milioni e 600 mila di famiglie)», ricorda l’Istat nel report sulle condizioni di vita dei pensionati. Cosa vuol dire? Risponde ancora l’Istituto nazionale di statistica: «Il progressivo raggiungimento dell’età pensionabile da parte di generazioni che possono vantare carriere lavorative più lunghe e in posizioni professionali più elevate ha favorito la redistribuzione dei redditi a vantaggio dei pensionati, contribuendo a ridurre il rischio di povertà per alcuni segmenti di famiglie più vulnerabili».
Più di un terzo dei pensionati, si legge nel report dell’Istat, vive in coppia senza figli (35,5%) e il 27,4% vive da solo. È invece più contenuta la percentuale di pensionati che vivono in coppia con figli (18,8%) o in altra tipologia (9,5%), cioè in famiglie con membri isolati o composte da più nuclei, oppure in famiglie di genitori soli (8,8%). Rispetto al resto del paese, i pensionati del Nord vivono più spesso da soli (28,5%) o in coppia senza figli (40,7%), i pensionati del Mezzogiorno risiedono più frequentemente in coppia con figli (25,3%) mentre i pensionati del Centro si trovano più diffusamente in famiglie di altra tipologia (10,7%).
I titolari di pensioni di vecchiaia e anzianità vivono prevalentemente in famiglie di coppie senza figli (45%), i percettori di pensioni di reversibilità più spesso abitano soli (62,5%) o con i figli in qualità di unico genitore (21,8%), essendo rappresentati nella stragrande maggioranza dei casi da donne vedove. Nel 2017, si stima che in Italia quasi una famiglia su due sia costituita o accolga almeno un pensionato (circa 12 milioni di nuclei); in particolare, nel 33,8% delle famiglie vi è un titolare di pensione e nel 12,6% due e più. Per queste famiglie, i trasferimenti sociali erogati ai pensionati (trasferimenti pensionistici) rappresentano, in media, il 63,1% del reddito familiare netto disponibile (al netto dei fitti imputati), la quota restante è costituita per il 29,6% da redditi da lavoro e per il 7,4% da altri redditi (prevalentemente affitti e rendite finanziarie). Le pensioni di anzianità e vecchiaia (incluse le liquidazioni di fine rapporto per quiescenza) contribuiscono alla formazione del totale dei redditi familiari per il 43,7%, i trattamenti di reversibilità per il 9,5% e le restanti pensioni per il 9,9%.
C’è però da rammentare anche che il 36,3% dei pensionati riceve ogni mese meno di 1.000 euro lordi, mentre il 12,2% non supera i 500 euro. Un pensionato su quattro (24,7%) si colloca, invece, nella fascia di reddito superiore ai 2.000 euro. Il divario di genere è a svantaggio delle donne, più rappresentate nelle fasce di reddito fino a 1.500 euro. La concentrazione di percettori uomini, invece, è massima nella classe di reddito più alta (3.000 euro e più) dove ci sono 266 pensionati ogni 100 pensionate.
(fonte: Istat)