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Come stanno cambiando le abitudini con il coronavirus

Secondo uno studio a causa del contagio gli italiani riducono le loro uscite e evitano i mezzi pubblici. Stare più tempo a casa danneggia l’economia, ma alcuni settori possono trarne beneficio. 

di Silvia Capone

Nonostante solo il 17% si dice veramente preoccupato del contagio e di un’eventuale epidemia da coronavirus, secondo una ricerca condotta da Nielsen, gli italiani cambiano comunque – anche se talvolta in modo coercitivo – le abitudini a causa del virus. Secondo l’indagine la paura del virus sta avendo l’effetto di aumentare l’attenzione per l’informazione e la prevenzione: per quanto riguarda le abitudini igienico-sanitarie il 79% della popolazione ammette di lavarsi più frequentemente le mani, mentre il 45% utilizza igienizzanti.

Anche le abitudini legate al saluto si trasformano in tutto il mondo per paura del contagio, il Guardian ha stilato una lista di divieti nel mondo che limitano e sostituiscono il classico modo di salutare, per esempio in Francia i giornali consigliano come sostituire la stretta di mano e il bacio sulla guancia, in Australia il ministro della salute ha raccomandato di non stringere la mano, in Cina si consiglia di tornare al più tradizionale gesto del pugno nel palmo opposto.

La ricerca Nielsen però evidenzia che anche le attività pubbliche sono cambiate a seguito della paura del contagio, infatti se l’8% degli italiani ricorre allo smart working, il 30% cerca di non prendere i mezzi pubblici e addirittura un italiano su due, il 49%, ammette di evitare quando possibile, i luoghi pubblici e affollati.

Alla luce di ciò lo studio ha sottolineato che cambia lo stile di vita, diventando più domestico e meno sociale, oltre il 30% degli italiani a causa del coronavirus ha ridotto la frequenza con cui mangia e beve fuori casa -rispettivamente il 35% e il 32% – e inevitabilmente crescono le abitudini “casalinghe” quindi il 27% dichiara di guardare più televisione mentre per il 15% della popolazione aumenta la visione di contenuti video online.

Lo stile di vita sedentario e in molti casi il divieto “forzato” hanno inevitabilmente un impatto sull’economia e per quanto riguarda quella italiana, secondo l’analisi condotta da Unimpresa, gli effetti del coronavirus possono farsi sentire su una quota del 10% del Pil, intaccare quindi più di 146 miliardi di euro. Nello specifico potrebbero risentirne il settore alberghiero e della ristorazione per 64 miliardi, il trasporto per ulteriori 53 miliardi e musei, cinema e teatri quasi 11 miliardi. 

Anche la finanza risente dell’incertezza del coronavirus – secondo il Financial Times in una settimana le azioni hanno perso in media un decimo del loro valore -, ma al contempo ci sono aziende che invece riescono a guadagnare con la paura del virus: Netflix la scorsa settimana ha registrato un aumento dello 0,8% delle proprie azioni, come questa, a beneficiare del contesto sono anche altre aziende di servizi streaming o compagnie del settore tecnologico come Facebook e Amazon. Secondo l’analista Dan Salmon Netflix “ovviamente beneficia del fatto che i consumatori restano a casa a causa delle preoccupazioni del coronavirus”.

 

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