Turismo 2020, un’intera stagione mancata
L’emergenza coronavirus ha del tutto cancellato la stagione turistica primaverile in Italia che si prevede avrebbe realizzato nel solo trimestre marzo-maggio 81 milioni di presenze e oltre 9 miliardi di spese dei turisti stranieri
di Redazione
L’impatto del coronavirus sul turismo si era fatta sentire a livello mondiale già a febbraio con la chiusura delle tratte verso alcuni paesi a rischio, ma si è drasticamente palesata a marzo con la chiusura di tutte le attività e con l’obbligo di distanziamento sociale. L’emergenza coronavirus ha del tutto cancellato la stagione turistica primaverile italiana di quest’anno che secondo l’analisi dell’Istat avrebbe realizzato almeno 81 milioni di presenze turistiche, pari al 18,5% del totale annuale, soprattutto di clienti stranieri che rappresentano il 56% della componente turistica di questo periodo. Le stime sono state effettuate sulla base dei dati sul turismo italiano nel 2019, anno in cui il settore ha registrato numeri particolarmente positivi: oltre 130 milioni di arrivi e 434,7 milioni di presenze negli esercizi ricettivi, con un aumento di 42 milioni rispetto al 2015. Nonostante la crescita consistente sia stata trainata dal settore extralberghiero, le strutture ricettive alberghiere mantengono un ruolo prevalente con oltre il 64% delle presenze, circa la metà delle quali di turisti stranieri.
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In generale l’Italia è il paese europeo con la percentuale maggiore di presenze di clienti di residenza estera dopo la Spagna: i due paesi registrano rispettivamente il 50,6% e il 63,8% di clienti stranieri nel 2019, più di altri Stati quali il Regno Unito, con il 44% di componente straniera, e la Francia, 30,5% (questi ultimi hanno un turismo prevalentemente domestico). A livello europeo l’Italia può vantare anche il primo posto per quota di esercizi ricettivi sul totale UE, più del 30% nel 2018.
Secondo l’Istat, infatti, ci sono poco più di 183 mila esercizi extra alberghieri e circa 33 mila alberghieri Il settore ricettivo in Italia impiega quasi 283 mila addetti, di cui 220 mila dipendenti, mentre un comparto dipendente da quello turistico, ovvero i servizi di agenzie di viaggio e tour operator, oltre 17 mila imprese, occupano 50 mila addetti. Per quanto riguarda il fattore economico, il settore ricettivo in senso stretto produce un fatturato di 25,6 miliardi di euro, mentre le attività delle agenzie di viaggio e servizi connessi realizzano 12 miliardi, secondo i dati dell’Istat del 2017. L’impatto del turismo sull’economia non riguarda esclusivamente il settore ricettivo in senso stretto, ma anche sulle attività che contribuiscono a soddisfare la domanda dei visitatori e genera un valore aggiunto del 6% sul totale dell’economia italiana.